«In questi giorni ho incontrato molti operatori che si occupano di mitilicoltura nel Tarantino. Negli ultimi anni a causa dell’emergenza ambientale hanno subìto un ingiusto e grave danno economico e di immagine. E’ di fondamentale importanza ridefinire la strategia ambientale e lanciare un piano di rilancio del settore mitilicolo».
Così Stefania Fornaro, candidata per il centrodestra alla Camera nel collegio uninominale Puglia 10, interviene sul tema della mitilicoltura dopo aver incontrato gli operatori del settore.
«La mitilicoltura – sottolinea l’esponente del centrodestra – è una delle eccellenze del nostro territorio, una filiera che non solo produce economia per intere famiglie ma è anche un simbolo di Taranto e della sua cultura marinara da circa mille anni. Dopo anni di studio del problema dell’inquinamento industriale bisogna passare a una fase di intervento. Se sarò eletta solleciterò il ministero per l’Ambiente affinché ridefinisca il perimetro dell’area Sin, sito di interesse industriale, in modo da concentrare le bonifiche dove necessario. Con un intervento legislativo ben preciso va in sostanza circoscritta l’area di mare dove non si può coltivare le cozze così che tutti gli altri specchi di mare siano liberi da sospetti e cattiva immagine».
«Quello della cozza tarantina – insiste Stefania Fornaro – è un marchio di eccellenza che è stato ingiustamente ed eccessivamente danneggiato e mortificato dai problemi dell’inquinamento e che merita oggi il massimo impegno per un rilancio necessario e possibile. La cozza tarantina può diventare un marchio di qualità, prova ne sia che c’è chi ha provato a spacciare per tarantine cozze che non lo erano, ma non si può promuovere un marchio di qualità se è realizzato in un sito dove è in corso una bonifica da inquinamento industriale. Solo qui le cozze crescono così gustose e buone per le caratteristiche particolari conferite dalle correnti di acqua dolce sottomarine. Voglio inoltre impegnarmi per sollecitare misure dedicate al comparto ittico e all’acquacoltura, in modo da favorire anche investimenti su nuove tecnologie per gli allevamenti. Taranto non può perdere il suo oro nero».