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Aggressione, filmati al setaccio

I poliziotti della Digos
stanno lavorando per identificare gli autori
dell’aggressione, a bastonate, al candidato
di CasaPound al collegio uninominale del
Senato, l’avvocato 63enne Raffaele De Cataldis
e a un simpatizzante del movimento
di estrema destra, il 70enne Valerio C.

Un aiuto agli investigatori della Polizia di
Stato, diretti dal dottor Pierfranco Amati,
potrebbe arrivare dai filmati dei sistemi
di videosorveglianza della zona in cui è
avvenuto il pestaggi e precisamente tra via
Dante e via Aristosseno.
Gli agenti in borghese della questura nelle
prossime ore ascolteranno De Cataldis e
il simpatizzante di CasaPound.

Quest’ultimo
è ricoverato nel reparto di neurochiriurgia
all’ospedale Ss. Annunziata per
accertamenti. Potrebbe essere sottoposto
ad una tac.
La bastonata inferta al capo gli ha provocato
una ferita che è stata suturata con
venti punti.
Ad entrare in azione dopo le 22 di giovedì
quattro giovani incappucciati, armati di
bastone. Per De Cataldis cinque punti in
testa e dodici giorni di guarigione mentre
per l’altro militante venticinque giorni di
prognosi.
Ieri si è registrato l’intervento del segretaripo
nazionale di CasaPound. Simone Di
Stefano.

“La campagna elettorale è stata
macchiata da una aggressione antifascista
– ha scritto – agguati vigliacchi che non risparmiano nemmeno settantenni e
donne incinta, come è avvenuto anche a
Livorno. Indiscutibilmente sono anche il
frutto dell’imbarbarimento di una politica
vuota e insulsa che soffia sul fuoco della
violenza con stantii dibattiti sul pericolo
fascista invece di confrontarsi sui programmi
per il futuro del paese.
Chi non si indigna di fronte a frasi come
“i fascisti non hanno diritto di parola” a
nostro avviso deve fare ancora parecchia
strada sul percorso della democrazia. Dai
vari Grasso e Boldrini- ha concluso Simone
Di Stefano- che, sia pure in campagna
elettorale, dovrebbero rimanere fedeli
al loro ruolo istituzionale, aspettiamo la
condanna per queste ripetute violenze che,
a prescindere dai singoli atti criminali,
messe a sistema rappresentano il folle
tentativo di mettere a tacere la libertà di
espressione dalla Costituzione solennemente
garantita”.