Battaglia sull’eccezione di
competenza presentata da Ilva, governo e
ministeri, con i giudici del Tar di Lecce
che si sono riservati la decisione.
L’ordinanza
dei magistrati potrebbe arrivare a
breve, nel giro di pochi giorni. Questo
quanto si è verificato oggi, nel capoluogo
salentino, dove si è discusso il ricorso della
Regione Puglia e del Comune di Taranto
che hanno impugnato l’ultimo piano ambientale
per l’Ilva di Taranto, approvato
nel settembre 2019 dal Consiglio dei Ministri
(D.P.C.M. 29.9.2017).
Il Wwf Italia ha presentato un intervento
“ad adiuvandum” nel ricorso del Comune.
«L’associazione partecipa a questo ricorso
per la difesa dei più importanti e preziosi
beni e valori costituzionali: la tutela della
salute e dell’ambiente» si legge in una
nota. «Il Wwf Italia, i volontari del Wwf
Puglia e di Taranto da anni svolgono attività
di denuncia per la situazione di grave
inquinamento insieme ad azioni di tutela
per le aree naturali presenti nel territorio
e che devono essere conservate. Il Wwf
ha fatto denunce, ricorsi amministrativi,
elaborato documenti con richieste e osservazioni
per le bonifiche dell’area, interloquendo
con il ministero dell’Ambiente,
il Parlamento, la Corte Costituzionale, la
Magistratura.
Si è anche costituito parte civile nel processo
per “disastro ambientale” avviato
nel 2014. Tutte queste attività hanno l’obiettivo
di perseguire la tutela ed il risanamento
ambientale, la salute dei cittadini
e dei lavoratori e di garantire il rispetto
delle regole europee.
Nell’intervento al Tar Lecce, curato per il
Wwf Italia dagli avvocati Lara Marchetta
di Taranto e Giuseppe delle Foglie di
Bari, il Wwf ha sottolineato che il nuovo
Piano Ambientale non rispetta le regole
europee ed internazionali (Convenzione di
Aaarhus) sul “diritto di accesso alle informazioni
ambientali e di partecipazione”.
La Pubblica amministrazione non avrebbe
garantito i “principi di trasparenza” e “leale
collaborazione” riconosciuti anche dalla
Costituzione. Si rileva, inoltre, l’omissione di valutazioni sull’impatto sanitario del
Piano e si lamenta una eccessiva proroga
dei tempi di intervento di bonifica che
“appare apertamente contraddittoria sia
rispetto all’urgenza ed emergenza dei lavori
di bonifica dello stabilimento Ilva sia
rispetto alle esigenze di garantire il diritto
alla salute della popolazione locale, della
fauna e della flora circostante l’insediamento
industriale”. Si evidenziano anche
proroghe che violano il “principio di precauzione”
che tutti gli stati europei devono
garantire rispetto alla tutela di ambiente e
salute. Si sottolineano, infine, carenze non
giustificate sulla mancanza di Valutazione
di impatto ambientale e di Valutazione di
incidenza, anche queste rese obbligatorie
da norme e principi europei».