Seimila attività e migliaia di addetti e di utenti che fanno riferimento ad esse. Attorno al commercio, i servizi e l’artigianato ruota buona parte del traffico urbano del capoluogo.
«Grandi flussi di auto intasano quotidianamente le principali direttrici di marcia della città – in modo esponenziale nelle ore di punta ed in alcune fasce orarie – rendendo complicato l’accesso alle aree commerciali del Borgo, di Montegranaro e Tre Carrare Battisti. Una mobilità – sostiene Confcommercio Taranto – resa ancora più difficile dalla ricerca, spesso infruttuosa, del posto auto. Un forte deterrente per i frequentatori occasionali (i consumatori in particolare) che preferiscono disertare le strade cittadine del commercio a vantaggio ad esempio dei centri commerciali».
Nei mesi scorsi è stato avviato un percorso di confronto tra le delegazioni cittadine di Confcommercio e l’assessorato all’Urbanistica e Mobilità riguardo alle linee di programmazione del Pums – il Piano strategico della Mobilità – al quale sta lavorando l’Amministrazione comunale.
«Incontri tecnici dove sono emersi obiettivi e strategie in larga parte condivisibili e che confermano la giustezza delle richieste e sollecitazioni avanzate da Confcommercio sin dagli anni passati – spiegano dall’associazione. Si è riscontrata la consapevolezza degli amministratori di redarre un Pums che ponga particolare attenzione alle esigenze delle imprese che certamente potranno trarre grandi benefici dal miglioramento della mobilità urbana».
Si sta lavorando dunque ad una pianificazione che nel tempo offrirà delle soluzioni ai bisogni delle imprese, riconoscendo la rilevanza del processo di progettazione e gestione della mobilità per la vita stessa delle imprese».
«Tuttavia, i tempi della pianificazione giustamente non sono brevi ed invece le imprese hanno necessità di risposte ad horas, idonee a limitare gli effetti negativi ad esempio della emergenza parcheggi. A tal fine si chiedono soluzioni che: favoriscano una più ampia rotazione delle zone di sosta che si sono trasformate in una fonte di entrata per l’Amat a causa dell’elevato numero di abbonamenti rilasciati; i parcheggi di interscambio, sui due versanti di ingresso della città, ripetutamente richiesti dalla associazione, ma mai entrati in funzione (emblematico il caso Cimino, progetto da sempre ‘quasi pronto’). Si potrebbe parlare della inefficacia dei sistemi di controllo del traffico, come i cordoli, ormai da tutti (tecnici compresi) ritenuti inutili e dannosi; della mancata ricerca ed individuazione di nuove possibili aree di sosta; o del dormiente progetto ex area Artiglieria che è ormai assodato che debba divenire un parcheggio».
«Concludendo: benissimo la programmazione, purché non sia un freno agli interventi a breve e medio raggio. Le imprese vivono una vita reale che si confronta con il quotidiano, con la velocità del mercati (ricchi di proposte alternative off e on line), con le dinamiche dell’economia, e l’arco di un quinquennio può risultare fatale per una impresa seppur sana, come d’altra parte dimostra il saldo (- 975) delle aperture e chiusure delle attività in appena sei anni, a partire dal 2011».
«La competizione tra territori si gioca ormai soprattutto sull’offerta di servizi: la mobilità alternativa, il trasporto intermodale (bike sharing, bike & ride, car sharing), sono realtà già operativa da tempo a pochi chilometri da Taranto (Lecce, Matera, Bari)».
«Non possiamo consentirci di tirarla per le lunghe ancora per molto. Già da domani si devono mettere in campo degli interventi reali e concreti, altrimenti avremo perso non solo negozi, ma qualsiasi possibilità di ripresa».