“Sapete
cosa fare in caso di incidente nucleare? Tutto quello che in Belgio ti dicono e
in Italia no”.
E’ il tema della conferenza stampa che il presidente di
Peacelink, Alessandro Marescotti, ha tenuto ieri mattina presso la Libreria
Mandese. Quattro le richieste di Peacelink al Prefetto di Taranto: di rendere
pubblico il piano di emergenza nucleare previsto dalla normativa vigente; di fornire
alla popolazione e agli enti locali una informazione esaustiva in casi emegrenza;
di disporre per la protezione della toiroide la distribuzione di confezioni di
ioduro di potassio e di istruzioni circa il loro uso in caso di incidente nucleare;
di chiedere l’esclusione di Taranto dai porti a rischio nucleare nel caso in
cui vi sia transito di unità a propulsione nucleare o di chiedere comunque l’esclusione
in quanto non a norma rispetto al dlgs 230/95 e strutturalmente inidonea in
quanto già dochiarata città ad alto rischio di crisi ambientale.
“L’Italia è
stata reticente per 29 anni- ha detto Alessandro Marescotti- la direttiva 89/618/
Euratom che prevede l’informazione della popolazione è del 1989 e l’Italia la
recepisce sei anni dopo, nel 1995 con il dlgs 230/95. Peacelink ne chiede l’attuazione
nel 2000 per i porti a rischio nucleare, dimostrando che l’Italia aveva accumulato
altri cinque anni di ritardo nell’obbligo di informazione -ha proseguito Marescotti-
bisognerà aspettare altri sei anni perchè il governo emanasse le linee guida
per i porti a rischio nucleare con il DPCM del 10/2/2006. Dopo dodici anni a
Taranto tali linee guida attendono ancora di essere attuate, In totale 29 anni
di ritardi, dal 1989 al 2018”. Il presidente di Peacelink ha poi parlato di
quello che si fa in Belgio.
“A Bruxelles viene distribuito un opuscolo dal
titolo: “Sapete cosa fare in caso di incidente nucleare?” Lo abbiamo allegato
ad una pagina web del sito di Peacelink. Ne abbiamo tradotto i punti salienti
in vista della conferenza sul rischio nucleare che si è tenuta a Taranto . A
Bruxelles sul celulare arrivano istruzioni in caso di emergenza nucleare basta
registrarsi al sito apposito. Inoltre ogni cittadino riceve gratuitamente le sue
compresse di ioduro di potassio, perchè in Italia no? Il 6 febbraio del 2016 l’Italia
avrebbe dovuto recepire la Direttiva Europea 2013/59/Euratom che prevede norme
di radioprotezione in campo industriale per i lavoratori tra cui anche quelli
della produzione primaria di ferro.
Questa direttiva- ha tenuto a sottolineare Alessandro
Marescotti- affronta il tema della radioprotezione globalmente incorporando le
precedenti direttive (che vengono abrogate) e arricchendo così il quadro
normativo all’interno di una unica direttiva complessiva. Essa prevde l’obbligo
di registrazione del valore di esposizione a radiazioni per ogni esame
radiologico, prevenendo controlli di esposizioni dei lavoratori e della
popolazione, nuovi limiti per il radon nelle abitazini e nei luoghi di lavoro. Il
massimo incidente ipotizzato per un sottomarino a propulsione nucleare-ha concluso
il presidente di Peacelink- si riferisce ad un evento di perdita di
refrigerazione primaria del reattore princiale ed ha costituito lo scenario di
riferimento per valutare le massime conseguenze che si avrebbero in caso di
incidente alla predetta unità marittima a propulsione nucleare.
A seguito dell’incidente
si sprigionano radionuclidi allo stato aeriforme la cui quantità e composizione
sono determinate in funzione dello scenario incidentale osservato dove è stato
assunto il massimo rilascio di radioattività ipotizzato. La radioattività
rilasciata può diffondersi nell’ambiente e quindi depositarsi al suolo con
intensità e a distanze, dalla sorgente di emisssioneche dipendono dalle locali
condizioni meteorologiche: direzione e velocità del vento e condizioni di
stabilità atmosferica, cioè il tempo necessario e la capacità di dispersione e di
diluizione della radioattività”.