L’Asl ridimensione il casoscabbia.
Nei giorni scorsi, come si ricorderà,
le organizzazioni sindacali avevano denunciato
che alcuni dipendenti in servizio
al Santissima Annunziata era stati colpiti
dall’infezione.
L’1 marzo, spuega l’Asl, «dal Pronto Soccorso
del Presidio Ospedaliero Centrale SS.
Annunziata venivano inviati alla Struttura
Semplice di Dermatologia due dipendenti
(1 operatore socio sanitario ed 1 infermiera)
i quali si sottoponevano a visita
per sospetta diagnosi di “scabbia”: a loro
veniva prescritta adeguata terapia, redatta
denuncia obbligatoria per malattia infettiva.
Venivano, altresì, gli altri eventuali
dipendenti interessati che fossero risultati
sintomatici per questa parassitosi, benchè
non risultasse allo stato nessun paziente
ricoverato in reparto affetto da tale parassitosi,
a sottoporsi presso gli ambulatori di
Dermatologia».
«Allertatasi la Direzione Medica del Presidio Ospedaliero Centrale per il sopraggiungere
di alcune denunce di scabbia
provenienti da altre strutture pubbliche e
private (inizialmente 2-3), – prosegue la
nota dell’Asl – venivano messi in campo
una serie di interventi di disinfestazione
dell’ambiente e materiale lettereccio del
reparto interessato (come da protocollo),
ed invitato il personale a sottoporsi a visita
dermatologica con accesso diretto sia
quelli sintomatici che quelli asintomatici.
Per cui tutti i pazienti del suddetto reparto
venivano visitati, sia quelli che avevano eseguito
terapia antiscabbia, in quanto avevano
ricevuto diagnosi di scabbia, sia quelli che
avevano eseguito il trattamento a scopo
profilattico, in aggiunta i dipendenti asintomatici
e non trattati terapeuticamente per
accertare l’avvenuta guarigione, ovvero di
non essere affetti da parassitosi.
Tutti quelli
sottoposti a visita dermatologica (clinica e
strumentale per la ricerca dell’eventuale
parassita) venivano dichiarati al momento
guariti o comunque privi di lesioni cutanee
patognomoniche per scabbia: ultima
visita effettuata venerdi 3 aprile, sia per il
trattamento congruo, sia per la tempestività
dell’intervento».
«Si ricorda – conclude l’azienda sanitaria
– che il parassita in questione (Sarcoptes
scabiei varietà hominis) ha un tempo di
incubazione che varia da 5- 6 giorni a
45 giorni per cui dando per certo come
risulta agli atti il primo caso di contagio
dell’1 marzo e constatato che allo stato
attuale non vi sono pazienti sintomatici in
itinere, si può concludere che il fenomeno
nella sua interezza possa essere circoscritto.
Comunque, eventuali casi di pazienti tra
il personale del reparto interessato eventualmente
risultanti sintomatici anche con
sintomatologia frustra o dubbia, verranno
osservati dalla Direzione Medica e sottoposti
a visita dermatologica. Il tutto è affrontato
dai sanitari, e non solo, con chiarezza
e con crescente sensibilità al problema».