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​Call center, 1 euro a ora a tempo indeterminato​

«Quando sosteniamo che,
nella lotta ai call center irregolari, ogni volta
che pensiamo di aver toccato il fondo ci
prepariamo a scoprire qualcosa di peggio nei
giorni successivi, non scherziamo: in effetti
anche in questo caso la realtà supera di gran
lunga ogni limite dell’immaginazione».

Lo afferma Andrea Lumino, segretario
generale Slc Cgil di Taranto. «Se fino a
questo momento, avevamo denunciato call
center che utilizzavano contratti a progetto
con retribuzioni indecenti o prestazioni di
lavoro a nero, a Taranto come Slc Cgil siamo
costretti a denunciare un nuovo triste primato:
contratti di lavoro subordinato a tempo
indeterminato, che fanno riferimento ad un
Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro
inesistente, e che prevede la retribuzione
di 1 euro scarso l’ora (la cifra non è facilmente
desumibile per via delle condizioni
capestro con cui vengono effettuati i calcoli).

Quindi a Taranto, nel pieno Borgo, esistono
una ventina di lavoratori subordinati con
contratto regolare a tempo indeterminato
che vengono pagati miseramente ed a livelli
che scendono sotto il livello della dignità
(da conteggi approssimativi si calcolano
circa 0,90 centesimi orari sempre con
contratto a tempo indeterminato) ma che
fanno concorrenza sleale alle aziende che
delocalizzano nei Paesi del Terzo Mondo…
un altro triste primato di cui – sottolinea Lumino
– non indietreggiamo nel denunciare e che abbiamo già segnalato ai Carabinieri ed
all’Ispettorato del Lavoro. Dai racconti fatti
dalle lavoratrici, si tratterebbe di contratti
in cui il lavoratore si impegnava a lavorare
2 ore al giorno, mentre in realtà l’attività si
svolgeva su 4 ore giornaliere (dalle 9 alle 13)
per 6 giorni alla settimane: lavorare quindi
100 ore al mese con stipendi da fame con
contratto regolare».

«E’ l’ennesima storia infame di questo
settore che dobbiamo provare a far venir
fuori: alla vigilia del Primo Maggio, della
Festa del Lavoro, come Slc Cgil denunciamo
l’ennesimo sopruso e di sfruttamento, ancora
in termini di caporalato, in questo settore
dove la necessità ed il bisogno di lavorare
costringe le persone, giovani e donne in
particolare, ad accettare questa vergogna. Sandro Pertini diceva: “Io credo nel popolo
italiano. È un popolo generoso, laborioso,
non chiede che lavoro, una casa e di poter
curare la salute dei suoi cari. Non chiede
quindi il paradiso in terra. Chiede quello
che dovrebbe avere ogni popolo…”».

La Slc
Cgil di Taranto chiede, alla vigilia del Primo
Maggio, «festa in cui noi crediamo per davvero
e non solo in termini commemorativi
o goliardici in quanto siamo certi che è il
lavoro che dà dignità alle persone, a chi oggi
è in Parlamento a discutere di maggioranze,
composizioni, dispetti e quant’altro, di
fare presto: mentre si discute, c’è gente alla
fame che viene umiliata perché ha bisogno
di lavorare per dare mantenimento a sé ed
alla propria famiglia. Anche a Taranto, alla
vigilia del Primo Maggio».