È guerra in Arsenale
tra Direzione e sindacati.
A denunciare il clima di tensione
che si percepirebbe all’intenro dello
stabilimento sono Cgil, Cisl, Uil,
Flp, Confsal Unsa e Usb, che hanno
inviuato una diffida al Capo di Stato
Maggiore della Marina Militare. Le
organizzazioni sindacali parlano di
«gravissimo attacco alle rappresentanze
sindacali dei lavoratori».
Ma cosa è accaduto per scatenare
una reazione così veemente? Ecco la
ricostruzione delle vicende, secondo
le oganizazioni sindacali: «Dopo la
proposta di sanzione disciplinare per
un dirigente sindacale, reo di aver
affisso un documento nella bacheca
sindacale, un ulteriore atto contro
il sindacato all’Arsenale di Taranto
dove forze di polizia militare e
militari impiegati alla vigilanza del
personale civile, sottratti ai loro compiti
istituzionali, hanno promosso
operazioni di controllo nei confronti
di dirigenti sindacali nelle loro sedi e
allo stesso tempo mirati interrogatori
ai lavoratori intenti a rappresentare
le loro esigenze».
«Un atteggiamento – scrivono i sindacati
– che evidenzia l’intenzione della
direzione di intimidire i lavoratori,
le loro relazioni con i sindacati e di
ridimensionare il ruolo delle rappresentanze.
Senza tenere in nessun
conto la recentissima grande partecipazione
dei lavoratori alle elezioni
Rsu, testimonianza di un fortissimo
legame e di grande fiducia nei confronti
del ruolo della Rsu e di tutte le
organizzazioni sindacali. Per queste
ragioni, anche al fine di sensibilizzare
l’opinione pubblica su quanto
sta accadendo alla Marina, anche su
molte altre questioni rilevanti, tuttora
irrisolte, promuoveremo l’avvio della
mobilitazione».
Nella lettera «si diffida la Direzione Arsenale dal proseguire nei comportamenti
denunciati e si chiede un urgentissimo
incontro con Marinasud
per una ricomposizione delle giuste
relazioni sindacali e comportamentali
e per riportare il giusto clima di
serenità nello Stabilimento».
I sindacati ricordano «lo spirito di
sacrificio dei lavoratori, nonché l’impegno
e la collaborazione del Sindacato,
che hanno sempre garantito
la continuazione delle lavorazioni
nell’ultimo decennio, all’indomani
delle prescrizioni e rilievi dell’Ispettorato
del Lavoro, con la chiusura
di interi reparti di lavoro dei diretti
nonché delle imprese private».
«Questi accadimenti – scrivono le
organizzazioni dei lavoratori – hanno
portato all’avvio della vertenza Arsenale,
ancora in atto, che in tempi
brevissimi e con il coinvolgimento
di tutto il territorio, istituzioni locali
e nazionali, hanno fatto si che
un importantissimo finanziamento
potesse dare finalmente l’avvio al
cosiddetto piano Brin, nonché la
promessa di imminenti assunzioni. A
tutt’oggi, purtroppo, quella vertenza
resta ancora incompleta in quanto il
piano Brin lamenta fortissimi ritardi
e del turn-over non vi è più traccia».
«Ciononostante – concludono i sindacati
– con un’età media del personale
sempre più alta e strutture non ancora
adeguate, sempre grazie a quello
spirito di sacrificio dei lavoratori,
l’Arsenale ha potuto non solo garantire
le attività istituzionali ma anche
quelle attività a favore del territorio
come l’alternanza scuola lavoro.
Tuttavia, dalle azioni dell’attuale
Direzione, sin dal suo primo insediamento,
si è subito capito che c’era
l’intenzione di interrompere quel filo
virtuoso di intendimenti e azioni con
le organizzazioni sindacali e RSU
con atti mirati alla delegittimazione
del sindacato con provvedimenti al
limite del vessatorio nei confronti
dei lavoratori».