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​Mittal non si ferma: pronto ad entrare dal primo luglio​

ArcelorMittal «è orientata
ad entrare in Ilva dal primo di luglio».

L’indiscrezione viene lanciata dal portale
Siderweb, che cita fonti vicine al colosso
franco-indiano. Si allontanerebbe, quindi, la
possibile proroga di ulteriori tre mesi della
gestione commissariale, mossa allo studio
del ministro per lo Sviluppo Economico,
Luigi Di Maio, per poter approfondire il
complicato dossier Taranto. Ad ogni buon
conto, la situazione resta fluida.
«La vendita non è ancora stata perfezionata
e non possiamo certo farci condizionare dal
fattore tempo spingendo sull’acceleratore,
tale scelta infatti rischierebbe di favorire la
multinazionale dell’acciaio e non creerebbe
sicuramente una situazione di maggior favore
per i lavoratori» si legge in una nota delle
Rsu Ilva della Fiom Cgil.

«Bisogna fare presto? Noi crediamo che fare
presto sia un errore strategico che favorirebbe
soltanto Mittal e vedrebbe, secondo
il piano del nuovo acquirente e il quadro
normativo disegnato dal precedente governo,
migliaia di lavoratori in cassa integrazione
senza una prospettiva occupazionale e per
un tempo ben definito, il 2023. Le bonifiche
e i processi di decontaminazione sarebbero
inoltre assegnati a circa 300 lavoratori e, ad
oggi, non sappiamo nemmeno le modalità
con cui dovrebbero essere individuati. La
scadenza del 30 giugno segna pertanto
uno spartiacque per il futuro produttivo,
occupazionale e ambientale del gruppo Ilva.
Come Fiom abbiamo sempre sostenuto la
necessità di introdurre clausole più restrittive
sul versante del piano ambientale, che non
si può ridurre ad una semplice anticipazione
dei tempi per l’attuazione delle prescrizioni
previste dal DPCM del 29 settembre 2017,
oltre alla risoluzione della questione dell’immunità
penale».

A Di Maio si rivolge l’Ugl: «Come Organizzazione
Sindacale non riteniamo la
vertenza, una problematica che riguarda
esclusivamente i lavoratori, ma tutto il territorio,
definendola da sempre, un problema
sociale di entità nazionale.Abbiamo condiviso
tavoli istituzionali, col Presidente della
Regione, Sindaco di Taranto, onorevoli del
M5s di Taranto ed il Prefetto di Taranto, con
l’obbiettivo di supportare la trattativa ministeriale,
incontri nei quali, unitariamente le
organizzazioni sindacali hanno verbalmente
inneggiato ad una unione tra gli stessi ed
il territorio. Nei fatti invece, nonostante la
delicata vicenda, la campagna elettorale tra
sindacati e partiti politici, non è mai terminata,
ed i vari comunicati stampa ed interventi
nei social lo testimoniano».