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La Puglia cresce. Piano

La Puglia tiene. L’economia
della regione fa registrare lievi ma
significativi miglioramenti.

Un segnale
confortante di ripresa, dunque, quello che
emerge dal report della Banca d’Italai relativo
ai dati del 2017. La crescita, seppure
«modesta», è riconducibile al «positivo
andamento dell’industria e dei servizi».

A questa ripresa hanno contribuito le «favorevoli
condizioni di accesso al credito»,
che hanno «sostenuto l’ulteriore incremento
dei finanziamenti bancari».
Più nel dettaglio, la «ripresa nell’industria
in senso stretto si è rafforzata». La crescita,
con un aumento del fatturato dell’1,7%,
«è stata trainata dal siderurgico, che ha
beneficiato della ripresa delle vendite
dell’Ilva di Taranto, i cui livelli produttivi
rimangono tuttavia ancora inferiori rispetto
al periodo precedente le vicende giudiziarie».
Per restare allo stabilimento siderurgico,
c’è da aggiungere che l’aumento
regionale delle ore di cassa integrazione
(+17,6%) «è quasi esclusivamente riconducibile
al settore mettalurgico, che risente
dello stabilimento Ilva di Taranto»

Meno bene il settore delle costruzioni,
dove «il valore della produzione ha invece
ristagnato per effetto della difficoltà del
comparto delle opere pubbliche». Resta,
in generale, «il divario negativo in termini
di valore aggiunto pro capite rispetto alle
aree più produttive del Paese».
Non riparte invece l’attività portuale. Il
traffico di «merci sfuse nei porti pugliesi
è tornato a ridursi rispetto al 2016 (-8,1%)
per effetto del calo dei volumi di traffico
nei porti di Taranto e Brindisi». In crescita,
invece, il traffico aeroportuale. «Il
traffico di merci per via aerea è cresciuto
dell’8,4%, un aumento quasi del tutto riferibile
all’aeroporto di Taranto-Grottaglie,
specializzato nel trasporto cargo e base
logistica per le attività connesse al comparto
aerospaziale».

Buone notizie anche per l’economia del
turismo e delle attività culturali: nel 2017
«la Puglia è risultata tra le regioni con il
maggior tasso di crescita di visitatori di
mete culturali» (+19,4%, a fronte di una
media nazionale di 10,8%). Nel corso del 2017 i livelli occupazionali
«sono rimasti sostanzialmente stabili,
dopo l’aumento del biennio precedente»,
con un numero di occupati che rimane
«significativamente inferiore rispetto ai
valori pre-crisi».
La situazione economica delle famiglie «è
lievemente migliorata» nel 2017.
«Il reddito e i consumi hanno infatti continuato
a crescere, a ritmi tuttavia inferiori
rispetto all’anno precedente». Aumentati
sia i prestiti per acquisto di abitazioni sia
il credito al consumo.

L’allarme: «Il numero di individui a rischio
di povertà o esclusione sociale, sebbene
in calo rispetto al livello massimo
raggiunto nel 2013, resta ancora elevato
rispetto alla media nazionale.