Un imprenditore del settore
carni, Angelo Basile, originario di
Taranto e il bitontino Francesco Giordano
sarebbero stati a capo dell’organizzazione
che avrebbe ordito una frode
da trecento milioni di euro.
Truffa nelle sponsorizzazioni, mai realizzate
benché figurassero nelle fatture.
È una delle accuse mosse nei confronti
di 17 arrestati dai militari della Guardia
di Finanza di Milano.
Una organizzazione di operatori nel
settore della macellazione delle carni
che con carte false, secondo l’accusa
avrebbe messo su una maxi frode fiscale.
Sequestrate, fra l’altro, quote del Bitonto
calcio ma anche, una novantina di
immobili, yacht, conti correnti bancari,
gioielli e cassette di sicurezza.
L’operazione è scattata a Bari, Bergamo,
Biella, Brescia, Caserta, Crotone,
Fermo, Foggia, Forlì-Cesena, Lecce,
Macerata, Milano, Modena, Novara,
Rimini, Roma, Savona, Taranto, Teramo,
Torino, Venezia, Vercelli.
Cinque persone in carcere, dodici agli
arresti domiciliari e quattro liberi professionisti
costretti all’obbligo di firma
e all’interdizione per un anno dall’esercizio
dell’attività e al divieto di assumere
uffici direttivi delle persone giuridiche
e delle imprese.
Nell’inchiesta, coordinata dai pm del
tribunale di Milano, Maurizio Ascione
e Gianfranco Gallo, figurano più di 50
indagati.
Secondo l’accusa il bitontino Francesco
Giordano amministratore di fatto e di
diritto dell’US Bitonto avrebbe usato la
società calcistica per emettere fatture false per operazioni inesistenti, al fine
di consentire a terzi l’evasione dell’Iva
di poco più di un milione di euro.
Nella ordinanza di custodia cautelare,
firmate dal gip Guido Salvini, si legge che “nessuna delle quattro società consorziate
sponsorizzanti è stata in grado
di produrre in atti alcuna documentazione
e/o altro materiale comprovante
l’effettuazione dell’attività di pubblici tà/sponsorizzazione radiofonica, come
riportato nell’oggetto delle singole fatture”.
Lo stesso giudice ha disposto anche il
sequestro a fini di confisca di beni in
tutta Italia di un valore di 60 milioni
di euro.
Tra questi, oltre l’US Bitonto, figurano
anche un ristorante bitontino e un locale
sul Lungomare di Bari.
L’operazione ha visto impegnati oltre
200 militari delle Fiamme Gialle. Le
indagini hanno consentito di smascherare
l’esistenza di un sistema associativo
e di ricostruire una frode ai danni
dell’Erario, attuata tramite la costituzione
di un consorzio con sede e uffici
in provincia di Milano, operante
nel settore macellazione e lavorazione
carni.
In particolare, è stata eccepita l’inconsistenza
dell’intera struttura consortile
con a capo il tarantino Angelo Basile
e il bitontino Francesco Giordano, ritenuti
dal giudice per le indagini preliminari
“i dominus del sodalizio criminale”.
I due al vertice dell’organizzazione
avrebbero operato per la progressiva
monopolizzazione del mercato nazionale
di riferimento e per la movimentazione
di ingenti masse di capitali illeciti.
Si trattava in realtà di S.rl. o S.r.l.s, intestate
a “prestanome”, nelle quali venivano
sistematicamente creati rilevanti
crediti Iva fittizi, attraverso la presentazione
di dichiarazioni annuali fraudolente
(mediante utilizzo di fatture per
operazioni inesistenti) e infedeli.