Ora abbiamo anche la conferma scientifica: ci
sono branchi stanziali di lupi nel Parco regionale naturale “Terra
delle Gravine”, sia nel versante occidentale della provincia jonica,
tra Laterza, Ginosa e Castellaneta, sia nei boschi di Martina
Franca!
Il Progetto triennale “UPPark! Strategie di rete per il
Parco Terra delle Gravine”, sostenuto da Fondazione con il Sud
nell’ambito del Bando Ambiente 2015, prevede l’esecuzione di
una serie di “azioni” per valorizzare il Parco Naturale Regionale
“Terra delle Gravine”, rendendolo pienamente fruibile ai
cittadini, nonché per la prevenzione e la riduzione dei rischi
ambientali e la salvaguardia dell’integrità dei questo straordinario
ecosistema, un autentico santuario della biodiversità. Una
di queste, in particolare, che vede collaborare il WWF Trulli e
Gravine di Martina Franca con il CeRB (Centro Ricerche per
la Biodiversità), si occupa del monitoraggio delle razze locali a
rischio.
Lo scopo principale dell’azione del progetto è di definire
l’attuale distribuzione del lupo appenninico (Canis lupus italicus)
sul territorio del Parco Regionale Terra delle Gravine, nonché
la consistenza della sua popolazione, utilizzando il “fototrappolaggio”.
Questo metodo si avvale dell’ausilio di fototrappole,
ossia particolari videocamere in grado di fotografare o filmare
in modo automatico un animale che passa davanti allo strumento
strategicamente posizionato, senza la necessità della presenza
fisica dell’operatore e senza richiedere la cattura e la manipolazione
dell’animale.
Da luglio 2016 sono state posizionate 20
fototrappole nei boschi del Parco Terra della Gravine, 10 delle
quali concesse in uso da parte del Comune di Martina Franca,
controllate mensilmente per verificarne il corretto funzionamento
e per scaricare i dati video ottenuti; purtroppo durante l’estate
sono state rubate tre fototrappole tra Castellaneta e Laterza. Nel
2017 il monitoraggio è proseguito ancora con venti fototrappole,
numero reintegrato grazie a fototrappole “prestate” dall’Oasi
WWF di Monte Sant’Elia; purtroppo anche nell’estate scorsa
sono state rubate tre fototrappole, una in territorio di Castellaneta
e due in quello di Martina Franca. Nell’estate dell’anno in
corso i volontari del WWF Trulli e Gravine e del CeRB hanno
posizionato le rimanenti 17 fototrappole per l’ultimo anno di
monitoraggio. Così come per il 2016, anche i dati raccolti nel
2017 hanno dimostrato la presenza stabile del lupo appenninico
nel Parco “Terra delle Gravine”, con individui filmati in un ampio
territorio che va da Ginosa e Laterza fino a Martina Franca.
È
opportuno ricordare che per il lupo è fondamentale stimare, come
unità campionaria, non il singolo individuo, quanto piuttosto il
branco che rappresenta l’unità riproduttiva su cui si struttura la
dinamica di popolazione. Pertanto dall’analisi dei dati relativi ad
individui imbrancati e alla posizione spaziale, è stato possibile
individuare il numero minimo di branchi. Si è così stimata la
presenza di almeno due nuclei: uno composto almeno da 2-4
individui, nell’area compresa tra i comuni di Laterza, Ginosa,
Castellaneta e un altro composto da almeno 2 individui nel settore
orientale, nel territorio di Martina Franca. Sebbene non vi
sia corrispondenza temporale tra i contatti ottenuti, si ipotizza
la presenza anche di un terzo nucleo di almeno 2 individui, tra
Martina Franca e Massafra.
Tra il 2016 e il 2017 sono stati realizzati
almeno 133 video di lupo, con un più del 50% dei contatti
totali caratterizzato da un numero di individui per fotogramma
pari a uno. In alcuni casi sono stati osservati due lupi insieme,
presumibilmente una coppia, mentre solo in due aree sono stati
contattati rispettivamente 4 e 5 lupi per branco. L’azione del Progetto
Uppark, inoltre, prevede la valutazione dell’impatto della
popolazione dei lupi del Parco Naturale Regionale Terra delle
Gravine sulle attività zootecniche presenti nell’area d’influenza
e la definizione di strategie atte alla prevenzione dei danni agli
allevamenti zootecnici anche attraverso l’introduzione di cani
da guardiania.
Grazie alle fototrappole di Uppark, infine, sono
stati realizzati video di altre specie, come volpi e cinghiali, e
di specie più elusive, come tasso, istrice e faina. Con una superficie
complessiva di 25.000 ettari, infatti, il Parco Naturale
Regionale “Terra delle Gravine” è la più estesa area protetta
regionale: il parco si estende sul territorio di 13 comuni della
Provincia di Taranto (Ginosa, Laterza, Castellaneta, Mottola,
Massafra, Palagiano, Palagianello, Statte, Crispiano, Martina
Franca, Montemesola, Grottaglie e San Marzano) e su quello
del comune brindisino di Villa Castelli. Questo enorme territorio
è stato compreso nel Parco Naturale Regionale “Terra delle
“Gravine”, costituito ex lege nel 2005, con l’evidente intento,
seppur non dichiarato, di mettere assieme i territori della “pietra
scavata” che hanno dato vita ai villaggi rupestri e quelli della
“pietra costruita”, quei “thòlos” da cui discendono i trulli della
Murgia.
Non esiste altrove, in tutta l’Europa occidentale, un’area
con un’analoga concentrazione di insediamenti rupestri e di siti
archeologici, con ricchezze naturalistiche e fenomeni carsici di
simile rilevanza, con un paragonabile patrimonio di biodiversità.
È un vasto territorio in cui sono altresì comprese aree a fortissima
antropizzazione, si pensi alla Gravina di Statte ubicata a pochi
chilometri dalla zona industriale di Taranto, che per questo motivo
devono essere tutelate e valorizzate con maggiore attenzione.
Per questo c’è il Progetto “UPPark! Strategie di rete per il Parco
Terra delle Gravine”, sostenuto da Fondazione con il Sud
nell’ambito del Bando Ambiente 2015.