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​Puzza di gas, Eni si giustifica. Ma monta la protesta​

Per l’Eni si è trattato
soltanto di una «lieve perdita di
GPL da una linea dell’impianto di
“trattamento gas” ricevuto dall’unità
di distillazione primaria». Questa la
giustificazione per il cattivo odore di
gas che ha invaso la città nella notte
tra il 17 e il 18 luglio.

«La perdita – ha spiegato l’Eni – seppur
minima in relazione a considerazioni
di sicurezza e di qualità dell’aria, ha
generato un effetto odorigeno ed è stata
prontamente rimossa. Il fenomeno è da
considerarsi assolutamente episodico.
La Raffineria conferma di avere inoltre
messo in campo tutte le azioni ispettive
e di controllo atte ad evitare che il
fenomeno possa ripetersi».

La polemica però è montata, fino
ad approdare in Parlamento e alla
regione.
L’on. Rosalba De Giorgi (M5S) ne
ha parlato alla Camera: «Avvolta
dall’abbraccio mortale dei fumi dello
stabilimento siderurgico e delle esalazioni
dell’Eni, Taranto è in attesa
di conoscere il proprio destino. A riguardo,
posso sostenere senza timore
di smentita che il ministro Di Maio sta
lavorando alacremente per risolvere
al meglio la vertenza Ilva e restituire
certezze agli abitanti e ai lavoratori».
Nello specifico dell’episodio dell’altra
notte, l’on. De Giorgi dice: «Non è
la prima volta che accade. E non è
la prima volta che viene segnalato.
Eppure, chi dovrebbe impedire il
verificarsi di tali situazioni continua
a minimizzare parlando di “fenomeni
episodici” causati da non meglio
precisati inconvenienti tecnici. Non
so se questo tipo di chiarimenti (che
non chiariscono nulla) renderà più
tranquilla la popolazione, ma so che è
giunto il momento di dire basta a chi
crede che la “solita” nota stampa sia
sufficiente per tacitare una cittadinanza
che è stanca di dover subire senza
poter far sentire la propria voce. E’
bene che si capisca che chi continua
ad inquinare debba assumersi ogni
tipo di responsabilità».

Alla Regione è stato invece il consigliere
Renato Perrini (Direzione
Italia) a presentare un’interrogazione:
«Ho letto le dichiarazioni del
presidente Emiliano che ha chiesto
agli uffici di avviare tutti i controlli
necessari. Ma veramente siamo ancora
alle verifiche? Veramente il presidente
ha ancora bisogno di avviare
un piano di monitoraggio dell’aria?
Ma è una presa in giro o cosa? Eni
parlava di caso isolato, e invece oggi
di nuovo l’odore di gas. Credo che
i tarantini siano piuttosto stanchi di
farsi prendere in giro, e onestamente
sono stanco anch’io. Qui si tratta di
andare a fondo, anche investendo di
responsabilità la Asl di Taranto, e di
capire quali danni tali perdite di gas
provocano per la salute dei tarantini.
E non parlo solo dei disagi fisici che
mi hanno manifestato tra ieri e oggi,
bruciore agli occhi, bocca secca, mal
di testa, e nausee, ma di quei danni
silenziosi che si manifestano nel tempo
e in forma grave. Voglio ricordare
al presidente Emiliano che nelle sue
mani ci sono le deleghe alla Sanità e
La raffineria Eni di Taranto
alla Qualità dell’Ambiente e che la
tutela della salute dei pugliesi e in
questo caso dei tarantini è sua piena
responsabilità».

Il consigliere comunale Massimo
Battista (M5S) sde la prende con
il Comune: «A cosa serve avere un
Sindaco assente e silente sulle questioni
ambientali di Taranto? Inutile
aspettarsi una presa di posizione
dura da parte del Sindaco Melucci
“industrialista convinto”. Il testo
unico degli enti locali recita che il
primo cittadino in caso di emergenze
sanitarie o di igiene pubblica emana le
ordinanze contingibili e urgenti adotta
ordinanze urgenti, ma certamente
il Sindaco, residente nella provincia
di Taranto, la puzza di gas non l’avrà
nemmeno sentita».

E in proposito il
Comune si è affidato ad una nota
laconica nella quale si dice che «l’Amministrazione
ha immediatamente
attivato l’interlocuzione, per il tramite
degli uffici competenti, con gli Enti
preposti al fine di comprendere le
cause di quanto avvenuto. Allo scopo
di valutare eventuali azioni da parte
dell’Amministrazione siamo in attesa
di conoscere gli esiti di tali indagini,
mantenendo alta la vigilanza».