Chiesta la convocazione di un consiglio comunale sulla
vicenda della puzza di gas proveniente
dallo stabilimento Eni.
Dopo i lavori del Consiglio del 19
luglio, infatti, è stata trasmessa a al
presidente del consiglio Lucio Lonoce
e al segretario generale una nota con
la quale si é chiesta la convocazione
in via straordinaria ed urgente del
Consiglio Comunale per il 23 luglio,
al termine dei lavori della già convocata
seduta ordinaria, con all’ordine
del giorno “segnalazione emissioni
odorigene”.
La richiesta è a firma dei consiglieri
Baldassari, Battista, Cannone, Festinante
Fornaro, Fuggetti, Nevoli, Nilo,
Pulpo e Vietri.
Sullo stesso argomento interviene il
consigliere comunale e provinciale
Salvatore Brisci: «Naturalmente i
dirigenti di quella raffineria si sono
peritati a significare formalmente
che si è trattato di “lieve perdita” e di
“fenomeno assolutamente episodico”
tranquillizzando sulle condizioni di
sicurezza e qualità dell’aria. Resta,
però, che numerosi cittadini hanno
accusato bruciore agli occhi ed alle
vie respiratorie, mal di testa e nausea.
E ora, ritengo, di dire basta a questo
lento e continuo avvelenamento. La
Regione Puglia e, per essa, il suo Presidente
Emiliano, per le sue precipue
competenze in materia, terminino le
scaramucce dialettiche e con fermezza
e fatti concreti facciano cessare
tutto ciò. Un invito anche al Sindaco
di Taranto perché intensifichi le azioni
già messe in campo monitorando gli
atti e provvedimenti di Regione, Arpa
e quanti altri preposti alla soluzione
del problema. Nell’ulteriore mia veste
di vice presidente della Commissione
Ambiente del Comune di Taranto, di
concerto con il Sindaco Melucci, inviterò
a breve i rappresentanti di Ilva ed
Eni, maggiori responsabili dell’inquinamento
sulla città di Taranto, perché
riferiscano le azioni concrete poste ed
a breve da porre in essere per tutelare
l’aria di Taranto e quindi la salute dei
suoi abitanti».
Un gruppo di ambientalisti ieri mattina
ha invece avuto un colloquio con
i dirigenti dell’Eni. Erano presenti:
Luciano Manna (Peacelink), Fabio
Millarte (Wwf), Fulvia Gravame
(Peacelink), Stefano Lanucara, Elvira
Sebastio (Verdi Taranto), Piero Piliego
(Giustizia per Taranto), Ferdinando
Conte. «Dopo aver raggiunto le portinerie
della raffineria – raccontano
– abbiamo chiesto di parlare con il
direttore dello stabilimento e dopo
poco tempo siamo stati ricevuti ed
abbiamo incontrato il dott. Petroni
(Responsabile del personale) e l’ing.
Tarantino (Vice direttore degli impianti)
negli uffici dello stabilimento.
I rappresentanti dell’Eni hanno ribadito
quanto già dichiarato dall’azienda.
L’emissione di gas è stata provocata
da un malfunzionamento di un accoppiamento
flangiato dove sono
già intervenuti fermando l’impianto
produttivo e quindi risolvendo il problema
emissivo. Ribadiscono, inoltre,
che si attengono scrupolosamente alle
regole dettate dall’Autorizzazione integrata
ambientale e che la nuova gestione dello stabilimento sta attuando
una politica aziendale con una nuova
visione volta all’intera città: cittadini
ed istituzioni»
La delegazione ambienalista ha «ribadito
altre criticità che influiscono
sull’ambiente: le prescrizioni AIA
della raffineria che escludono i valori
emissivi a seguito di stop ed avvio
impianti e le attestazioni documentali
della stessa azienda in merito
all’inquinamento dei terreni e della
falda nonostante la messa in funzione
degli impianti di bonifica. Abbiamo
chiesto di conoscere le quantità di
emissione diffusa di gas ma i rappresentanti
dell’Eni ci hanno risposto
che non disponevano di questo dato.
Abbiamo anche chiesto che, dopo
questo primo incontro, l’azienda si
impegni a proseguire il dialogo con
le associazioni coinvolgendole nei
processi partecipativi e decisionali
che incidono nel territorio». Infine,
un appello al presidente della Regione
«affinche abbia efficacia immediata e
concreta il disegno di legge, approvato
a giugno di quest’anno, che disciplina
la materia delle emissioni odorigene
e cioè il provvedimento che ha aggiornato
la normativa precedente: la
Legge Regionale 17/2007 e 23/2015».