Nessun incontro in
calendario tra Arcelor Mittal e i commissari
dell’Ilva. Non oggi e forse
nemmeno nei prossimi giorni. Le
indiscrezioni di stampa che annunciavano
un odierno vertice tra Arcelor e
i commissari straordinari non hanno
trovato alcun riscontro. Allo stato in
programma non sembra esserci nessun
faccia a faccia tra i manager della cordata
aggiudicataria dell’Ilva e Gnudi,
Laghi e Carrubba. Questo tuttavia
non esclude che la proposta migliorativa
attesa dal ministro Di Maio
non possa arrivare sulle scrivanie dei
tre commissari entro la settimana.
È
presumibile, infatti che Arcelor faccia
giungere la sue proposte migliorative
su occupazione e piano ambientale
già nei prossimi giorni, senza tuttavia
procedere ad un incontro formale con
i commissari.
Poi la palla tornerà al ministro dello
sviluppo economico, le cui perplessità
sulla regolarità della procedura di gara
hanno suscitato un vespaio di polemiche.
Di Maio, come è noto, ha fondato
le sue critiche sui rileivi dell’Anac,
l’Autorità Anticorruzione. Ma, avvertita
puzza di strumentalizzazione, è stato
lo stesso presidente dell’Anac, Raffaele
Cantone, a mettere i paletti al ministro.
«Il nostro – ha dichiarato Cantone al
Corriere della Sera – è un parere e
non contiene soluzioni, che, invece,
vengono lasciate al Governo che dovrà
effettuare autonome valutazioni». Per
chiarire il concetto, alla domanda se il
parere espresso dall’Anac possa essere
utilizzato dal governo per annullare la
gara, Cantone ha risposto testualmente:
«Non credo possa farlo per questo
motivo».
Dal suo canto, anche l’ex ministro
Carlo Calenda ha rintuzzato Di Maio,
spiegando – sempre in una intervista al
Corriere – che la cordata AcciaItalia,
sulla quale ricadono le preferenze di
Di Maio, era nata proprio «su impulso
del governo (precedente, ndr) ma non
potevamo truccare la gara per farla
vincere».
Calenda smonta anche la fantomatica
decarbonizzazione associata alla proposta
di Jindal, gruppo che – ricordiamolo
– è stato coinvolto nella cordata
con Arvedi solo dopo la rinuncia dei
turchi di Erdemir. Calenda spiega che
la decarbonizzazione «nessuno l’ha
proposta». «Acciaitalia – ha dichiarato
l’ex ministro – avrebbe continuato a
produrre a carbone affiancando il gas,
solo in aggiunta», solo «a partire dal
2023 e solo a condizione, come ha
spiegato Giovanni Arvedi in audizione,
di avere un prezzo del gas ridotto. Cosa
impossibile».
In definitiva, per Calenda – che ha
sfidato Di Maio ad un confronto tv –
quella della produzione a gas sarebbe,
di fatto, solo una suggestione. Peraltro,
«il più grande impianto a gas d’Europa
è di Mittal e produce meno di un
decimo di Ilva».