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​Il Piano Strategico per il futuro di Taranto​

Come sarà la Taranto
del futuro? Il grande quesito che incombe
mentre è ancora in alto mare
la vertenza Ilva potrebbe contenere
le prime indicazioni di risposta nel
Piano Strategico che dovrebbe essere
lo strumento di attuazione della
Legge Speciale per Taranto approvata
dalla Regione. Stamattina nella
sede dell’Università, all’ex convento
San Francesco, in via Duomo, sono
state presentate le linee guida che
ispireranno la redazione del piano.
Infrastrutture di trasporto, porto,
aeroporto, bonifiche, iniziative culturali
e turistiche, formazione, territorio,
centro storico, economia del
mare, governance: questi gli ambiti
di intervento che dovranno essere
riempiti di contenuti con la regia tecnica
di Asset, l’agenzia regionale per
lo sviluppo del territorio.

Proprio il
commissario straordinario di Asset,
Raffaele Sannicandro, ha illustrato
il lavoro svolto.
Il presidente della Regione, Michele
Emiliano, ha sottolineato il «grande
lavoro politico» alla base del Piano.
«In questi momenti bisogna mettere
da parte le divisioni e ricostruire
la comunità. Con questo Piano diciamo
basta alle decisioni imposte
dall’alto». Inevitabile i riferimenti
alla vicenda Ilva: «Quando ho impugnato
il decreto di aggiudicazione
ho avuto contro tutta l’Italia. Adesso
il governo ha avviato le procedure
per l’annullamento della gara. Io
non ho il potere di chiudere l’Ilva,
ma se Di Maio dovesse decidere
per la chiusura deve darmi garanzie
per ventimila lavoratori; se invece
l’Ilva resterà aperta è certo che non
potrà continuare a funzionare come
ora, con il carbone e il suo carico di
malattie. Se Di Maio ha bisogno di
alternative all’Ilva noi siamo pronti
con questo schema che presentiamo
stamattina. Noi abbiamo il compito
di agevolare le scelte del governo».

Ma sul Piano Strategico pesa proprio la sorte della vertenza Ilva, come
ha ragionevolmente detto il sindaco
Rinaldo Melucci: «L’elaborazione
di questo piano è viziata dai colpi
di teatro sulla vertenza Ilva. Oggi
il 60-70% della nostra economia è
bloccata e allora come facciamo a
disegnare un piano se non sappiamo
con quale dimensione industriale
avremo a che fare?». Melucci ha
però riconosciuto il valore in sé del
tentativo che si sta compiendo con
questo lavoro: «Questa iniziativa ha
avuto un avvio rocambolesco, noi ne
abbiamo avuto notizia dai giornali e
avevamo il timore che si stesse allestendo
uno show. Poi è cominciato il
confronto e devo dire che il Comune
ha svolto un grande lavoro.

Questo
strumento può rappresentare una
novità, perché questo territorio non
è più disponibile a delegare la sua
pianificazione».
Sulla importanza che «la comunità
locale diventi protagonista» si è
soffermato il consigliere regionale
Gianni Liviano, promotore della
Legge per Taranto: «Non c’è più
spazio per i battitori liberi, i percorsi
devono vedere la partecipazione della comunità».

Liviano ha spiegato i vantaggi della
Legge, soprattutto in termini di
semplificazione amministrativa e
possibilità di derogare alle competenze
ordinarie. Infine un passaggio
sulla Zes: «Deve essere funzionale
ad un progetto».
In definitiva, siamo di fronte ad un
percorso che potrà risultare efficace
solo dopo aver chiaro il destino della
più grande industria del territorio.
Altrimenti resta forte il rischio che si
riveli l’ennesima scatola vuota.