“Troppe sigle oggi al
tavolo sull’Ilva?”, ebbene “ci sono
i portatori di interesse” e questo a
riprova che il metodo del M5S “è
ascoltare tutti”. A rimarcarlo è stato
il vicepremier e ministro dello
Sviluppo economico e del Lavoro,
Luigi Di Maio, parlando a Omnibus,
su La7 prima di avviare al
Mise il tavolo sull’Ilva che vede a
confronto 62 sigle tra associazioni
ed enti locali. Il maxi tavolo istituzionale
è l’occasione per la presentazione
da parte di ArcelorMittal
dell’addendum migliorativo della
proposta ambientale di acquisto
dell’acciaieria concordata con il
governo nei giorni scorsi.
“Il tema
è sempre lo stesso: per anni ci sono
state tante parti del Paese che non
sono state ascoltate” ha ricordato
il titolare del Mise spiegando che
“l’Ancelor Mittal ha chiesto di
voler spiegare il piano” a tutti gli
stakeholder e che si sta solo applicando
il metodo di ascolto che il
M5S ha sempre voluto assicurare.
“Non riesco a capire perché si sta
facendo tanto baccano – ha sottolineato
Di Maio -. Sto cercando
di mettere insieme tutte le sensibilità
di quel territorio, ma non
per risolvere in due ore” il dossier
Ilva.
“Stamattina – ha chiarito il
ministro – il tavolo non è decisionale”.
Secondo la costruzione dei
partecipanti al tavolo, Di Maio ha
avviato il confronto sottolineando
di essere ‘’consapevole che questa
procedura possa sembrare inusuale
ma ci tenevo a far vedere a tutti i
soggetti interessati l’evoluzione del
piano da parte di Mittal perché una
cosa è leggerlo, un’altra parlarne
dal vivo. Ma sono consapevole dei
tempi ed è subito ho preso a cuore
la questione’’. “Chi ha fretta di
regalare quello stabilimento non
si trova al ministero” ha detto Di
Maio dopo l’incontro, “io voglio
vederci chiaro”. “Voglio dare garanzie
per un progetto sostenibile
sull’Ilva” ha continuato il ministro
“il dibattito è: abbiamo due fronti,
quello della legalità, con la legge
che mi dirà se annullare la gara,
e quello sui piani ambientale ed
occupazionale”. Di Maio ha comunque
ribadito la deadline del 15
settembre, che sindacati ed azienda
parleranno del nodo esuberi e non
ha risparmiato stoccate al vecchio
governo: “se emergeranno irregolarità
nella gara porterò le carte in
procura”.
Come noto, la decisione di allargare
la partecipazione al tavolo
istituzionale alle 62 delegazioni
aveva fatto salire i toni. Alcuni
hanno bollato l’iniziativa come
un affollamento che non consentirebbe
un confronto serio mentre il
tempo stringe e una nuova incertezza
grava sulla trattativa in attesa
del verdetto dell’Avvocatura di
Stato sull’eventuale annullamento
dell’aggiudicazione della gara
sull’Ilva alla cordata AmInvestco.
La decisione di allargare il confronto
ha colto alla sprovvista la
stessa ArcelorMittal, mentre il sindaco
di Taranto, Rinaldo Melucci,
aveva fatto sapere di disertare
l’incontro, parlando di “dilettantismo
spaccone, che il ministro Di
Maio ci spaccerà sicuramente per
trasparenza e democrazia”.
Già ieri
Di Maio aveva precisato che “il tavolo
non è stato convocato per trasformarsi
in un club privato dove si
discute nell’oscurità” e che “tutto
deve essere trasparente”. Giovanni
Toti, presidente della Regione Liguria:
“Di tempo se ne è perso già
tanto. Dopodiché, siccome siamo
persone responsabili, ritengo che
i tavoli quando vengono convocati,
la gente ci vada e dica la sua al
tavolo. Non partecipare trovo sia
un modo forse per farsi notare”, ha
detto ancora in riferimento all’assenza
tra gli altri del sindaco di
Taranto.
“Non entriamo nella disputa politica
che si va alimentando giorno per
giorno come un incendio perpetuo
che rischia di bruciare soprattutto
le aspettative della comunità, del
mondo del lavoro, della produzione
e delle professioni” si legge in
una nota dell’Ordine degli Ingegneri
della provincia di Taranto.
“Ci limitiamo ad osservare che una
così importante occasione di dialogo
e confronto avrebbe meritato
una gestione politico- istituzionale
più attenta e calibrata. Secondo
questo Ordine, la Città di Taranto
ha il diritto di conoscere apertamente,
e direttamente, le proposte
di chi si appresta a gestire un’industria
come l’Ilva. Ed è superfluo
spiegarne il perché! Dunque condividiamo
l’idea di coinvolgere il
mondo delle associazioni, quindi
un incontro organizzato a Taranto
avrebbe certamente assecondato
compiutamente questa innegabile
e sacrosanta esigenza civica.
Altra
cosa, a nostro modo di vedere,
è un tavolo ministeriale intorno
al quale devono prendere posto le
rappresentanze politiche elette, ovvero
legittimate democraticamente
a rappresentare tutte le sfumature
di una intera comunità, quindi il
mondo del Lavoro, della Salute,
dell’Ambiente e della Produzione.
Quanto alle Professioni, duole rilevare
come il ministro abbia perso
una valida occasione per ascoltarci.
L’Ordine degli Ingegneri della
Provincia di Taranto l’anno scorso
ha presentato dettagliate e compiute
osservazioni in sede di rilascio
dell’Aia a Mittal (settembre 2017),
un lavoro che il Comune di Taranto
avrebbe poi recepito in toto inserendolo
nel fascicolo tecnico poi
consegnato al Mise nei tempi stabiliti
dalla legge per le prescrizioni.
Abbiamo inoltre espresso un parere
oggettivo sulla costruzione (oggi
in corso…) della copertura parchi
minerali e siamo convinti che la
nostra comunità abbia il diritto di
respirare aria salubre e di lavorare
al sicuro.
Oggi a Roma avremmo
ascoltato volentieri cosa Mittal intenderà
fare per raggiungere questi
obiettivi. La competenza non va
lasciata a casa. Il ministro ha perso
una buona occasione”.
I Gruppi Consiliari di maggioranza
al Comune di Taranto parlano
dei rappresentanti del M5s:
“Imbarazzati e incapaci di dire
che tutte le mirabolanti azioni che
avevano promesso in campagna
elettorale erano progetti da accantonare
appena arrivati al governo,
questi provetti equilibristi non sanno
fare niente di meglio che sviare
l’attenzione sulla loro incoerenza
a proposito della vicenda Ilva ed
attaccare l’amministrazione comunale
di Taranto.
Cari amici a 5 Stelle, se volete
metterla su questo piano, fate pure.
Non vi arrabbiate però se qualcuno,
ribaltando il vostro gioco,
farà lo stesso. Per esempio: che
cosa avete prodotto per il territorio
dopo 5 mesi? Solo dichiarazioni
propagandistiche.
Perché, pur
avendo ottenuto un rappresentante
in commissione trasporti, avete lasciato
che quel deputato lasciasse
l’incarico? Eppure per Taranto, che
ha un porto strategico, in quella
commissione si poteva fare tanto”.
La FLMUniti-CUB ribadisce che
“l’attività sindacale deve prima di
ogni altra cosa salvaguardare la salute,
il lavoro, il salario dei lavoratori
e dei cittadini, senza accettare
e tollerare ricatti occupazionali”
mentre Nicola Russo rilancia la
“chiusura dell’area a caldo”. Intanto
l’Osservatorio Nazionale
Amianto ha chiesto al Governo di
intervenire e di bonificare il sito.
Preannunciati nuovi ricorsi all’Autorità
Giudiziaria.