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​Comunali infuriati: «Vogliamo rispetto»​

Il male è tutto nei numeri: dovrebbero essere
1.530, sono invece poco meno di cinquecento oltre ai circa
150 della polizia locale. I dipendenti comunali sono allo
stremo. Quella amministrativa del Comune è una macchina
a pezzi. Ci vorrebbe grande senso politico per governarla e
invece siamo ad uno scontro frontale forse senza precedenti.

Ieri mattina si è tenuta l’assemblea generale del personale, con
i presìdi nelle principali sedi degli uffici. L’adesione è stata
enorme. Le vertenze su contrattazione decentrata, produttività
e, in ultimo, sui buoni pasto che non vengono più accettati
dagli esercizi commerciali convenzionati, sono soltanto il
sintomo di un malessere profondo, profondissimo. Servirebbe
capacità di ascolto e di dialogo, sembra prevalere tuttavia la
logica della prova muscolare. Muro contro muro.
«Meritiamo rispetto e considerazione per la nostra dignità
di lavoratori, per il nostro senso di sacrificio», dicevano
stamattina i comunali davanti agli uffici di via Plinio. Tutti
“armati” di un cartello: “Corrette relazioni sindacali”.

Già,
perché è questo che si contesta al sindaco Rinaldo Melucci.
Una ostinata insensibilità al confronto. «Da ottobre 2017 –
spiega Antonio Cassaro, vice coordinatore della Rsu – più
volte abbiamo chiesto e sollecitato di confrontarci con sindaco,
direttore generale e dirigente delle risorse umane. Le
nostre richieste sono sempre state respinte scientificamente.
Il sindaco preferisce fare a meno delle relazioni sindacali e
procedere per decisioni unilaterali».
La goccia che ha fatto traboccare il vaso e che ha accelerato i
tempi della convocazione dell’assemblea è stato lo scontro con
la dirigente delle risorse umane sui buoni pasto. «La dirigente
è persino arrivata a minacciare provvedimenti disciplinari.
Tutto ciò è inaccettabile, questo è un clima da regime», dice
Anna Maria Marra, storica sindacalista della Cgil. «E come se
non bastasse è arrivata anche la pubblicazione sul protocollo
informatico dell’elenco con i dati sensibili dei dipendenti che
hanno diffidato l’ente per il mancato pagamento della produttività. Queste sono chiare forme di dissuasione».

Prova a placare gli animi il consigliere comunale Massimiliano
Stellato (gruppo misto), che si fa promotore di un
intervento di mediazione con il sindaco. Per disegnargli il
clima che si vive c’è chi si lascia andare a confronti con il
passato: «Nemmeno con Cito e De Cosmo si era arrivati a
questi livelli di conflittualità e mancanza di rispetto nei nostri
confronti». Il fatto è che le prove muscolari non risolvono i
problemi. È appena di un paio di settimane fa la sonora bocciatura
dei revisori dei conti alla proposta di giunta sul salario
accessorio. Intanto sarebbe già stato splafonato il fondo 2018
per il personale non dirigente. «Temiamo – dice Marra – che i
soldi siano stati spesi per i conferimenti di mansioni superiori,
avvenuti senza controllo e al di fuori dell’impegno di spesa».
Nel frattempo gli uffici continuano a svuotarsi: «Negli ultimi
due anni – rivela Cassaro – l’ufficio condono ha perso tutti
i dipendenti e l’amministrazione pensa di risolvere il problema
richiamando i pensionati. Si va avanti a colpi di atti
illegittimi».

È guerra, insomma. Una guerra combattuta nel
chiassoso silenzio della gran parte dei consiglieri comunali.
Le elezioni, infatti, non sono alle porte.

Enzo Ferrari
Direttore Responsabile