Andrà in vacanza?
«Dipende dal caso Ilva, abbiamo
appena chiesto il parere all’Avvocatura».
Così il vicepremier e ministro
per lo Sviluppo Economico Luigi Di
Maio a Rtl 102.5. «Spero di riuscire a
fare almeno 2 o 3 giorni di vacanza.
Devo ancora riuscire a fare un tuffo
in mare. Ci spero veramente».
Come
sta vivendo questo suo ruolo?
«Grandissima
apprensione ogni giorno. Ricordo un discorso di Steve Jobs:
diceva che la sua vita l’aveva capita
dopo aver unito tutti i punti, anche
delle cose più brutte. Gran parte delle
cose riesco a farle grazie alle tante
cose che ho fatto di cui non riuscivo
a capire il significato. Oggi mi rendo
conto di avere strumenti per affrontare,
a volte anche con leggerezza e
un sorriso, la situazione».
«Ho chiesto
all’Avvocatura di Stato un parere
e la legge mi dirà cosa fare» ha detto
Di Maio intervistato da Francesco
Magnani a L’Aria che Tira Estate, su
La7.
E spiega: «Ho presentato agli avvocati
dello Stato tutte le criticità e i
dati e gli ho chiesto se questa gara si
deve revocare oppure no. Giustamente
Arcelor Mittal dice che sono pronti
alla causa, la richiesta che sto facendo
all’Avvocatura è per capire se la
causa si vince o si perde. Io non ho
esigenze punitive nei confronti di chi
sta subentrando nello stabilimento.
Ma di fronte all’accertamento delle
criticità e delle irregolarità, ho il dovere
di far rispettare la legge e di non
assegnare quello stabilimento in queste
condizioni».
Poi aggiunge: «Se ci
saranno elementi di irregolarità, sara
la legge a dire cosa devo fare. Non
è che Di Maio decide se revocare la
gara. Per le decisioni saranno i giorni
di ferragosto a essere interessati».
«Ripetitivo il Ministro Di Maio,
nei suoi tanti incontri, con gli stessi
risultati» le parole del senatore di
Forza Italia Luigi Vitali, presidente
commissione Affari Costituzionali
del Senato, che si dice «preoccupato
per una situazione che ormai va
avanti da parecchio tempo è convinto
che il ministro Di Maio con i suoi
numerosi incontri, vuole solo perdere
tempo e confondere le idee a tutti
quei lavoratori,che vedono il proprio
futuro lavorativo appeso ad un filo. Il
ministro Di Maio, non torna indietro,
lui e il suo movimento sono per
la chiusura. I commissari Ilva hanno
presentato in commissione industria
del Senato, la documentazione che
conferma come a dicembre l’azienda
chiuderà di netto. Io ho partecipato in
prima persona – afferma- a quella audizione,
durante la quale i commissari
Ilva, non hanno saputo rispondere
alle mie domande; sui criteri attauti
per la scelta dei fornitori, visto che
hanno speso 800 milioni di euro e
ancora, non mi hanno risposto sulla
procedura in atto per lo smaltimento
di 500mila tonnellate di rifiuti giacenti
nello stabilimento di Taranto».