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​Porto, ecco il progetto per migliorare la sicurezza​

Un sistema intelligente
ed integrato a servizio delle aree
portuali e delle aree con vocazione
industriale dei Comuni di Taranto,
Massafra e Statte.
È questo l’obiettivo prioritario che il
progetto “Miglioramento degli standard
di sicurezza intelligente ed integrata
dell’area di sviluppo produttivo
e portuale di Taranto” ha fissato nella
proposta progettuale candidata qualche
settimana fa a valere sull’Asse II
Azione 2.1 “Interventi integrati finalizzati
all’incremento degli standard
di sicurezza in aree strategiche per lo
sviluppo” del Programma Operativo
Nazionale “Legalità” 2014-2020.

Lo scorso 8 agosto, il Ministero
dell’Interno – Dipartimento della
Pubblica Sicurezza e Autorità di
Gestione del Programma ha comunicato
la definitiva approvazione
della proposta progettuale e la relativa
ammissione a finanziamento.
L’iniziativa era partita lo scorso 10
ottobre, quando, su impulso del prefetto
Donato Giovanni Cafagna, il
partenariato composto, tra gli altri,
da AdSP del Mar Ionio, Consorzio
Asi di Taranto, Comuni di Taranto,
Massafra e Statte, Camera di Commercio
di Taranto e Confindustria
Taranto hanno siglato un protocollo
d’intesa che punta alla fattiva collaborazione
tra gli enti per la predisposizione
di una proposta progettuale.
Il progetto mira ad innalzare i livelli
di sicurezza e legalità in cui opera il
sistema economico e imprenditoriale
delle aree coinvolte (area logisticoportuale
e aree dei Comuni di Taranto,
Massafra e Statte di pertinenza – e
non – del Consorzio Asi), attraverso
l’integrazione delle attuali tecniche
di controllo del territorio con tecnologie
più evolute, da attuarsi con
modalità integrative e innovative al
fine di rafforzare la sicurezza delle aree e aumentarne l’attrattività anche
in vista di una futura istituzione di
una Zona Economica Speciale.
Il progetto prevede, pertanto, la
creazione di presidi con l’ausilio di
apparati con video-analisi, sensori
per il monitoraggio ambientale,
sensori ad infrarossi, telecamere
termiche e lettori targhe che forniranno
i dati ad una piattaforma Psim
(Phisical Security Information Management)
in grado di collezionare
e correlare i dati (anche connessi
al riconoscimento facciale) che
saranno utilizzati dalla Questura
di Taranto per l’analisi preventiva
dei reati.

Rispetto all’approvazione
del progetto, il prefetto Cafagna
esprime la propria soddisfazione:
«Il finanziamento da parte del Pon
Legalità del Ministero dell’Interno è
la conferma di una grande attenzione
verso un’area – quella del porto e
della zona industriale – strategica per
lo sviluppo del territorio tarantino. E’
anche il risultato del grado elevato
di integrazione, a livello locale, tra
Istituzioni e stakeholders economici,
che va nella giusta direzione del potenziamento
infrastrutturale ad alto
valore tecnologico del sistema della
sicurezza».
Il presidente dell’AdSP del Mar
Ionio, Sergio Prete, evidenzia che
«risulta sempre più necessario dotarsi
di livelli più alti di sicurezza
intelligente ed integrata al fine di
creare un ambiente sicuro – reale e
virtuale – in cui far operare le imprese.
Questo aspetto, nel medio-lungo
termine, risulterà essere un fattore di
competitività del sistema produttivologistico
e di attrazione per gli investitori,
soprattutto nell’ottica della
costituenda Zes jonica. Ringrazio il
Prefetto per il supporto e il coordinamento
assicuratoci e gli Enti che
hanno fattivamente collaborato alla
stesura della proposta».

Il presidente del Consorzio Asi di
Taranto, Costanzo Carrieri, dichiara
che: «sicurezza e legalità contribuiranno
sicuramente a migliorare l’attrattività
delle aree industriali specialmente
in questo momento in cui
stanno per partire le Zes che rappresentano
una grande opportunità per
il nostro territorio. Come consorzio
Asi questo progetto rappresenta una
continuità di ciò che in precedenza
abbiamo già garantito ai nostri insediati
con la videosorveglianza che
oggi sarà implementata con nuove
e avanzate tecnologie. Un altro risultato
che mi preme sottolineare
è l’interazione tra i diversi soggetti
istituzionali che hanno collaborato a
questo progetto e che può costituire
un modello vincente di impegno e di
organizzazione anche per affrontare
altre sfide future».