ArcelorMittal ha proposto alla
Commissione europea un pacchetto di dimissioni,
al fine di ottenere il via libera al suo piano di acquisizione
di Ilva.
Il pacchetto include l’impianto
di Piombino e asset in Romania, Macedonia,
Lussemburgo e Repubblica Ceca. Il gruppo francoindiano
ha aggiunto che dismetterà varie linee di
produzione di acciai speciali a Flemalle e Tilleur,
nella città di Liegi, Belgio.
La Commissione europea ha avviato un’indagine
sul deal a novembre, in scia alla preoccupazione
che possa limitare la concorrenza nel campo dei
prodotti laminati di acciaio al carbonio, con la
conseguenza di un rialzo dei prezzi, soprattutto
nell’Europa meridionale.
Intanto nuovo round
negoziale al Mise con i sindacati, ma non solo.
Il disastro ambientale dell’Ilva di Taranto e la
violazione dei diritti umani” è il titolo del report
curato da Fidh (Federazione Internazionale dei
Diritti Umani), insieme all’Unione forense per la tutela dei diritti umani, a Hric (Human Rights
International Corner) e a PeaceLink, che viene
presentato a Roma.
Secondo le associazioni, la relazione “mette in luce
la negligenza da parte del governo italiano nello
scandalo Ilva, la più grande acciaieria d’Europa.
Le conseguenze dannose delle attività di Ilva
erano note al governo italiano sin dagli anni ‘90.
Tuttavia, l’adozione di misure volte a prevenire e
limitare tali conseguenze è stata deliberatamente
ritardata dal legislatore, in flagrante violazione
degli obblighi di proteggere, rispettare ed attuare
i diritti umani sanciti dal diritto internazionale
ed europeo e ratificati dall’Italia”.
Pertanto, la
Federazione Internazionale dei Diritti Umani,
l’Unione forense per la tutela dei diritti umani,
Hric e PeaceLink, chiedono “al governo italiano
di adottare senza più ritardo le misure necessarie
per limitare drasticamente il disastro ambientale
e umano causato dall’Ilva”.