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Ilva al bivio: dentro o fuori

La lunga e tortuosa vicenda della
cessione del gruppo Ilva ad ArcelorMittal entra in
una fase cruciale.

Il prossimo 11 aprile si decide se
e come proseguire il confronto. “È bene quindi fare
il punto della situazione con rigore e trasparenza “
dichiara Francesco Rizzo, coordinatore provinciale
Usb. “La gara, secondo noi, è stata costruita senza
vincolo alcuno al mantenimento della piena occupazione
del gruppo siderurgico. ArcelorMittal si sarebbe
aggiudicata Ilva con l’impegno all’assunzione di
8500 lavoratori su un totale di 14200, pari ad un 40%
di esuberi, sino al termine del piano industriale nel
2023. Gli 8500 lavoratori passerebbero alle dirette
dipendenze di Am Investco, mentre i restanti 5700
resterebbero in carico all’Ilva in As”.

“Il successivo
intervento del ministro Calenda avrebbe convinto
ArcelorMittal ad accettare 10000 assunzioni anzichè
le 8500 pattuite – spiega Sergio Bellavita, Usb
Nazionale -. tuttavia, questo nuovo impegno, pare
essere solo verbale e solo sino al 2023. In altri termini nel 2023 si paventano nuovi 1500 esuberi. Il
management di ArcelorMittal ha esplicitamente detto
più volte che le condizioni economiche, normative
e i diritti acquisiti ( anzianità, art.18 lg.300/70)
vanno negoziate. In particolare nel corso dell’ultimo
incontro ha specificato che è suo intendimento
ridiscutere la contrattualistica esistente da decenni
ed in specifico il salario strutturale aggiuntivo al
Ccnl”. Così facendo, secondo Usb i lavoratori non
assunti da Am Investco finirebbero nel vortice degli
ammortizzatori sociali.

Sullo stato della trattativa
Usb evidenzia come il tavolo costituito tra azienda
e organizzazioni sindacali è solo ospitato dal Ministero
dello Sviluppo economico in quanto parte della
procedura art.47 i cui termini di legge sono stati
reiterati sine die. “La lettera di cessione del gruppo
Ilva è fondata sugli impegni, tutti segretati, che la
multinazionale si è assunta con il governo italiano. È
del tutto evidente che in questo quadro una trattativa
vera e propria non c’è”.