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Taranto, incendio in piazza Giovanni XXIII, sequestrato l’intero immobile. Le parole della figlia dell’anziana deceduta

Le indagini per stabilire le cause dell'incendio

 

Aveva 83 anni ed era disabile l’anziana donna rimasta vittima del tremendo incendio che è divampato a Taranto nel pomeriggio di lunedì 30 gennaio in piazza Giovanni XXIII, quella comunemente conosciuta come “piazza Carmine”.
Le fiamme si sono sprigionate poco dopo le 15.30 e da quel momento sono state vissute ore davvero drammatiche. In pochissimo tempo il fuoco ha divorato l’intero appartamento, che occupa l’intero ultimo piano del palazzo all’angolo tra la piazza e via D’Aquino. Secondo una primissima ricostruzione, a facilitare il propagarsi delle fiamme potrebbe essere stata anche la moquette che ricopriva il pavimento dell’appartamento. L’anziana signora, purtroppo, non è riuscita a mettersi in salvo. La figlia della vittima abita al piano sottostante quello nel quale si è consumata la tragedia. Stando alla sua testimonianza, dopo essersi accorta del principio di incendio, la stessa figlia con altre persone ha cercato di sfondare le porte dell’abitazione divorata dalle fiamme, purtroppo invano. Per l’anziana madre non c’è stato nulla da fare, è rimasta intrappolata nella sua casa devastata dal fuoco.
Scene di panico si sono susseguite con intere famiglie, in alcuni casi con bambini piccolissimi al seguito, scese in strada a mettersi al riparo. L’intero stabile è stato comunque fatto evacuare dalle forze dell’ordine nel frattempo intervenute. Stessa sorte anche per l’edificio accanto, dove ha sede la redazione del nostro giornale: l’intero palazzo fatto sgomberare. Alcuni anziani hanno trovato ricovero nei bar delle vicinanze, dove almeno hanno potuto ripararsi dal freddo lancinante e dall’intensa e acre coltre di fumo che nel frattempo aveva avvolto la piazza.
Piazza Giovanni XXIII è stata transennata, mentre le fiamme, ormai altissime, dopo aver completamente distrutto l’appartamento nel quale si è generato l’incendio, hanno lambito anche l’edificio immediatamente adiacente.
Scene davvero strazianti, tra urla di dolore, pianti disperati, calcinacci che cadevano giù e lingue di fuoco che attaccavano anche gli altri appartamenti.
Le operazioni di spegnimento sono durate diverse ore e non sono mancate polemiche per il ritardo dei soccorsi. La stessa figlia della vittima ha lamentato il lungo lasso di tempo che sarebbe intercorso tra la sua telefonata d’allarme e l’intervento dei vigili del fuoco che, comunque, una volta arrivati sul posto, con grande spirito di abnegazione ed enormi rischi hanno fronteggiato le fiamme all’interno e all’esterno dell’edificio. La piazza è stata comunque invasa, oltre che da mezzi dei vigili del fuoco (sono arrivati mezzi anche dallo stabilimento Acciaierie d’Italia), anche dalle ambulanze, dalla Polizia di Stato, dai Carabinieri, dalla Polizia Locale. Sul posto, tra i primi a giungere, il questore Massimo Gambino e il comandante provinciale dell’Arma, colonnello Gaspare Giardelli.
Domate con enorme fatica le fiamme, sono poi state compiute verifiche sulle linee elettriche e sulle condotte del gas per verificare eventuali ulteriori rischi. Soltanto dopo è stato consentito agli inquilini dei palazzi accanto di far ritorno nelle proprie abitazioni, ormai a tarda sera.
Il palazzo colpito dall’incendio è stato posto sotto sequestro probatorio. Ora dovranno essere accertate le cause che hanno scatenato questa terribile tragedia. Le indagini sono condotte dal pubblico ministero Mariano Buccoliero che nelle ore della tragedia si è recato sul posto. Al momento si possono fare solo supposizioni: possibile che a scatenare l’inferno sia stato un corto circuito forse partito da una stufa elettrica. Le fiamme, come detto, si sono propagate con molta facilità perché il pavimento era tappezzato da moquette e la casa era piena di libri. Questa mattina sono sempre al lavoro i vigili del fuoco e gli investigatori, mentre il corpo della povera donna è ancora imprigionato all’interno dell’appartamento. Sono una quindicina le famiglie che abitano nel palazzo che al momento non possono fare ritorno nelle loro abitazioni, perché sono ancora in corso le verifiche sulla sicurezza.

Nell’intervista realizzata a caldo le parole della figlia dell’anziana deceduta.