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«Bene il rinvio della discussione»

Documento Strategico del Commercio, esultano CasaImpresa, Confartigianato e Confesercenti
Il passeggio in via D'Aquino

Le associazioni di categoria Casaimpresa, Confartigianato e Confesercenti esprimono grande soddisfazione per il rinvio da parte del Consiglio comunale della discussione e dell’approvazione del Documento Strategico del Commercio di Taranto.

«Sarà adesso importante avviare al più presto una fase di confronto aperto e costruttivo con l’assessorato allo Sviluppo Economico e la relativa Commissione – si legge in una nota delle associazioni – L’obiettivo comune dovrà essere quello di costruire un documento che risponda alle attuali aspettative della città, attraverso la ricerca condivisa di azioni che perseguano l’equilibrio tra le diverse forme di distribuzione commerciale (piccola, media e grande), al fine di offrire il miglior servizio al consumatore, contribuendo nel contempo alla qualificazione degli spazi urbani ed al miglioramento della qualità della accoglienza. In questa prospettiva, sarà importante dedicare attenzione ai settori del pubblico esercizio (bar, ristoranti, etc.) e dell’ambulantato, con un necessario ripensamento dell’organizzazione delle aree mercatali. Le migliaia di imprese commerciali che operano nella città di Taranto hanno bisogno di una particolare attenzione in un momento così difficile, in cui il settore commercio vive grandissime difficoltà contingenti e trasformazioni strutturali.

Le difficoltà contingenti sono provocate dal complicato contesto economico, appesantito da inflazione, caro-energia ed incertezze che pesano sui bilanci delle famiglie, determinando una pesante flessione delle vendite nella grande come nella piccola distribuzione, nell’ambulantato come nel pubblico esercizio. In questi giorni, uno studio della Confesercenti rileva che la quota di bilancio familiare assorbita da bollette e spese della casa passa, per le famiglie con un reddito medio, dal 35% del 2019 al 45% stimato del 2023, mentre la spesa per alimenti e bevande si riduce dal 25% al 23% e quella da dedicare ad altre spese subisce un vero e proprio tracollo scendendo dal 40% al 32%». «Le difficoltà strutturali – osservano CasaImpresa, Confartigianato e Confesercenti – sono legate innanzitutto alla crescita esponenziale del commercio elettronico, conseguenza del cambiamento dei comportamenti e delle abitudini di acquisto dei consumatori cui la pandemia ha impresso una forte accelerazione».

Le associazioni chiedono una particolare attenzione alle imprese della piccola e media distribuzione che operano negli spazi urbani, «garantendo un insostituibile servizio di prossimità, ma che sono spesso fortemente penalizzate dalla carenza di alcuni servizi pubblici (trasporti, parcheggi, etc.) e da un degrado urbano che negli ultimi anni ha interessato numerose vie “commerciali“ che hanno subito un pesante processo di desertificazione. In una fase politica in cui lo sforzo dell’amministrazione comunale e della città è teso a favorire nuovi modelli di sviluppo incentrati sulle economie legate al turismo, alla cultura, al tempo libero, al mare, non può essere trascurato il ruolo che potrà svolgere il commercio urbano e la rete dei pubblici esercizi e dei mercati nel migliorare la qualità dell’accoglienza della città. Il Documento Strategico del Commercio, se frutto di un confronto aperto e di una analisi approfondita del contesto attuale e degli scenari futuri, potrà certamente essere uno strumento utile a costruire un diverso modello di città».