«Evitiamo le guerre tra poveri e concentriamoci sui reali bisogni del commercio cittadino». Casartigiani risponde così a Casaimpresa, Confesercenti e Confartigianato che nei giorni scorsi avevano lanciato l’allarme sull’apertura illimitata sul territorio di distributori h24. Il segretario provinciale Stefano Castronuovo e i rappresentanti del settore Vending di Casartigiani, ossia il coordinatore provinciale Fabrizio Camera e il vice Pierpaolo Carabotto, sono «rammaricati per un atteggiamento senza giustificata ragione.
Questa posizione, peraltro, non contribuisce affatto alla risoluzione delle troppe problematiche che affliggono il commercio tarantino. Sembra l’epilogo – chiosa Castronuovo – di una lotta tra poveri. Qui si rischia di distogliere l’attenzione dalle vere problematiche che affliggono gli esercenti del borgo umbertino, ovvero la mancanza di politiche per le imprese. Crediamo, perciò, che sia inutile colpevolizzare le attività che, invece, lavorano regolarmente e contribuiscono alla crescita del tessuto economico sociale della città». Castronuovo chiede l’attivazione di un tavolo di confronto per trovare nuovi strumenti normativi che concorrano alla rifioritura del sistema produttivo cittadino. «Ringraziamo l’amministrazione comunale – dichiara il segretario provinciale – per aver accolto le nostre osservazioni e le perplessità sul Piano del Commercio. Pertanto, auspichiamo che ci possa essere un confronto democratico anche sulla questione urbana relativa agli h24».
Siamo sempre disponibili a dialogare e condividere le nostre idee. Infatti, stiamo lavorando a delle proposte specifiche e tra queste, quelle riguardanti le imposte comunali. Proponiamo di premiare i proprietari di immobili commerciali, che affittino i locali a prezzi concordati, rispetto chi lascia i vani sfitti. Quest’ultimi, andrebbero manutenuti regolarmente e non lasciati in lunghi stati di indecoroso abbandono. Questa, ad esempio, potrebbe essere una delle soluzioni iniziali per incentivare l’apertura delle imprese, rimediare all’abbassamento dei prezzi dei locali commerciali e contrastare la desertificazione cittadina». I delegati Vending espongono dubbi e perplessità sui vari punti esposti dai sindacati. «Non riusciamo a capire – dichiarano Camera e Carabotto – perché la nostra categoria debba essere penalizzata e sottovalutata anche dai colleghi. Siamo delle imprese regolari che, come tutte, pagano le imposte comunali quali Tari, Imu, tassa sulla pubblicità, l’Iva e l’occupazione del suolo pubblico. Abbiamo investito regolarmente su immobili che, fino a qualche tempo fa, erano dismessi e poco decorosi. Siamo nati come piccole aziende a conduzione familiare e nel tempo, ci siamo evoluti sino a creare nuovi posti di lavoro». «I nostri consumatori – sottolineano i delegati – scelgono autonomamente dove rifornirsi. E come abbiamo più volte precisato, ogni consumatore è mosso da esigenze diverse.
Chi sceglie di usufruire dei distributori automatici ha delle necessità e tempi differenti, rispetto agli abituali clienti dei bar. Inoltre, noi forniamo un servizio giornaliero costante, per cui i cittadini e turisti possono fruirne anche quando gli esercizi pubblici chiudono la saracinesca. Le macchine rispettano tutti i parametri di legge. Pertanto, sono dotate di sistemi di controllo in grado di erogare i prodotti in base alla fascia d’età. Recentemente, siamo anche stati sottoposti ai controlli della Polizia locale e non sono risultate irregolarità. Tutti gli h24 – dichiarano – sono dotati di cestini che spesso contengono materiale di rifiuto proveniente da altri locali. In una città in cui i cestini scarseggiano, siamo un aiuto non indifferente ai consumatori di ogni tipo. Inoltre, siamo anche di supporto alle forze dell’ordine che, con l’ausilio delle nostre telecamere di videosorveglianza, vigilano con qualche occhio di più la città».