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La sanità del futuro a Taranto, ecco il progetto da tredici milioni

Il progetto Calliope
Presentato il Progetto Calliope

Sarà a Taranto che si potrà prevenire, forse, la prossima pandemia zoonotica, con l’infezione che “salta” dall’animale all’uomo – come è stato con il famigerato pipistrello di Wuhan e la diffusione del Covid. E’ una suggestione che resta dopo che nel pomeriggio di ieri, mercoledì 8 febbraio, a Palazzo di Città è stato presentato il “Progetto Calliope – Casa dell’innovazione per il one health”, che si è aggiudicato un finanziamento da oltre dodici milioni di euro.

Alla conferenza hanno partecipato il sindaco Rinaldo Melucci, l’assessore comunale allo Sviluppo Economico Fabrizio Manzulli, il referente scientifico del progetto Rodolfo Sardone, il consigliere del presidente della Regione Puglia Mino Borraccino, il direttore generale dell’Asl Taranto Gregorio Colacicco, il direttore dell’Arpa Puglia Vito Bruno, l’onorevole Ubaldo Pagano. In platea, tra gli altri, il Rettore del Politecnico di Bari Francesco Cupertino ed il direttore del Dipartimento jonico dell’Università, Paolo Pardolesi, con i responsabili dei dipartimenti di Fisica e Veterinaria dell’ateneo di Bari. Ancora, il presidente dell’Ordine dei Medici Cosimo Nume, il dottor Michele Conversano, il comandante della Guardia Costiera, Rosario Meo. Un progetto avveneristico, complesso, quello illustrato dal prof. Sardone, giovane ricercatore tarantino. Calliope punta infatti a tenere insieme innovazione, ricerca, tecnologia, tutela della salute e informazione. Una scommessa che si può vincere, visto che lo stesso Ministero delle Imprese e del Made in Italy lo finanzia con oltre 12 milioni di euro provenienti dal bando “Casa per le tecnologie emergenti”: il Comune di Taranto si è piazzato al terzo posto in Italia, dietro Bologna e Napoli e prima di molte altre città, compresa Milano.

A questo va aggiunto un cofinanziamento da parte dei partner privati: il totale è quindi di oltre 13 milioni di euro. Per capire questo progetto si deve partire dal concetto di “one health”, come codificato dall’Oms, l’organizzazione mondiale della sanità: la salute intesa come equilibrio tra le condizioni di esseri umani, matrice ambientale e mondo animale. Il riferimento al pipistrello cinese è inevitabile. Come impatterà però questo «approccio nuovo, che è anche socioeconomico e socio-ambientale», per usare le parole del direttore Asl Colacicco, su Taranto? Con la costruzione di una struttura – articolata in tre sedi – che possa fornire risultati di ricerca rendendoli disponibili per finalità formative, comunicative e anche produttive, attraverso le cosiddette tecnologie emergenti. Parliamo in questo caso di intelligenza artificiale, di 5G, ma anche di “internet delle cose” – strumenti in grado di comunicare tra loro – e blockchain. Una brutta parola, quest’ultima, che però ha e avrà sempre più importanza, visto che indica (anche) una rete di informazioni aperta, accessibile, sicura, attendibile. Si è accennato a tre sedi: una di natura amministrativa a Palazzo di Città, una più operativa nel Distretto dell’Innovazione nella cornice dei nuovi Baraccamenti Cattolica, ed un Living Lab. Per farci cosa, concretamente? Ad esempio un monitoraggio, e l’elaborazione predittiva avanzata, della salute umana, animale e ambientale, e il loro impatto sulla biodiversità.

Ma anche oggetti “concreti”, come prototipi di dispositivi smart collegati in 5G per il monitoraggio sul campo dell’ecosistema, con tutto ciò che ne consegue. Ancora, la creazione di un hub, per trasferire conoscenza e supporto all’incubazione industriale per la gemmazione di nuove imprese ad alta maturità tecnologica e quindi possibilità di lavoro, sviluppo, conoscenza. Va da sè che siamo di fronte ad un piano dichiaratamente molto, molto ambizioso. «Con questo progetto facciamo un enorme salto di qualità nel monitoraggio del nostro ecosistema, così come inteso alla luce dell’approccio “one health” – le parole di Melucci – perché quel che produrrà Calliope non sarà solo una mole di informazioni, peraltro molto utile per orientare le scelte delle amministrazioni coinvolte, ma prodotti veri e propri, spin off ed esperienze di ricerca che avranno ricadute economiche importanti e moltiplicheranno gli effetti delle risorse investite. Prima parlare di ricerca e big data, a Taranto, era quasi eretico, ma oggi, avendo imboccato un percorso di profonda transizione, abbiamo tutti i tasselli per comporre un mosaico coerente». «Calliope sarà il progetto di punta del nostro distretto per l’innovazione – ha aggiunto l’assessore Manzulli – iniziativa che troverà casa nelle strutture del Bac, gli ex Baraccamenti Cattolica in fase di ristrutturazione. Abbiamo messo insieme tanti partner, tra università, imprese e altri soggetti ne contiamo almeno una trentina, sintomo di un interesse diffuso e di una vivacità dei quali andiamo orgogliosi.

Calliope durerà due anni e ci consentirà di entrare nella rete nazionale delle Case delle tecnologie: un’altra opportunità per la nostra città di mostrare il valore delle sue risorse umane oltre i propri confini». Di «progetto straordinariamente bello, che viene da giovani riceratori tarantini» ha parlato l’on. Pagano mentre Mino Borraccino, a nome del presidente Emiliano, ha sottolineato «la capacità dell’amministrazione Melucci, nel saper intercettare fondi europei, ministeriali e regionali utili alla qualità della vita di tutti i cittadini tarantini».