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La Calabria piange e non dimentica

LA TRAGEDIA DI CUTRO
La tragedia di Cutro

È passata più di una settimana da questa tragedia immensa. Abbiamo cercato distrazione dal pensiero di esserci trasformati, senza colpa e senza volontà, da meta di speranza a luogo di morte. Le nostre coste, il nostro mare, sono d’incommensurabile bellezza ed in questa bellezza non possono albergare ingiustizia e crudeltà. Non possiamo permettere che i nostri luoghi siano menzionati insieme a quelli di vittime innocenti di un cinismo che non ci appartiene, quello stesso cinismo che, da sempre, nega diritti fondamentali al nostro popolo ed alla nostra Terra.

Noi calabresi, il mare e le sue insidie li conosciamo bene, conosciamo anche la paura dell’abbandono nel bisogno e conosciamo la disperazione che fa affrontare incognito e tempeste. Per questo, di fronte a quelle bare, non è mancata la dimostrazione del nostro dolore, della nostra partecipazione e della nostra indignazione, così come, quando ci è stato dato modo di sentire grida che chiedevano aiuto, non è mai mancato il nostro soccorso, anche quando dall’alto risuonavano i divieti. Questa volta, qualcosa o qualcuno ci ha impedito di ascoltare quelle grida, non importa che sia stato a causa d’incuria, d’irresponsabilità, d’incompetenza o di crudeltà, ciò che conta è che oggi, noi che avremmo voluto e, forse, potuto aiutare, piangiamo vite rese mute, famiglie spezzate, speranze tradite, mentre chi avrebbe potuto evitare questo strazio, probabilmente ha già dimenticato, voltato pagina e come talvolta capita ai carnefici, almeno a quelli più vili, ha assolto la propria coscienza, imputato ogni colpa alle vittime. La Calabria, però, non dimentica.

Non dimentica ciò che è successo, non dimentica la tristezza di corpi inermi senza il pianto di chi li aveva amati, non dimentica di essere stata sola nello stringersi intorno a questo dolore e nel cercare di offrire il minimo di consolazione possibile. La Calabria non dimentica l’assenza di molte personalità istituzionali e, soprattutto, quella della Presidente del Consiglio, più impegnata a difendere l’indifendibile che a venire a rendere omaggio alle vittime di questa tragedia. La Calabria non dimentica di essere ancora lei stessa una terra “dimenticata”ma, nessuno scommetta che questa consapevolezza possa diventare “rassegnazione”, perché non sarà mai, mai così.