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Esodo di medici, paramedici e pazienti

LA SANITÀ LUCANA
Medici in corsia

Solo ora, a un anno e mezzo dalla fine della legislatura, l’attuale assessore alla Sanità, Francesco Fanelli, ha annunciato l’intenzione por mano a un nuovo Piano sociosanitario regionale, fermo ormai da lungo tempo. È quanto sostengono i sindacati di Basilicata che, in una nota congiunta, alla luce dei gravi problemi che stanno caratterizzando in generale la sanità lucana.

Si avverte quindi la necessità di varare quanto prima un adeguato documento di programmazione sanitaria, potendo per questo avviare concrete consultazioni con le associazioni di categoria e con le parti sociali. Ciò che maggiormente si avverte nella sanità lucana è che le Aziende sono prive di una competente direzione con l’aggravante della carenza dei medici e del personale infermieristico. La normale conseguenza è l’inevitabile abbassamento dei livelli qualitativi assistenziali che stanno letteralmente minando alle basi il diritto alla salute dei cittadini lucani. Tra le principali vittime dello stato di difficoltà in cui versa il sistema sanitario regionale ci sono soprattutto le persone fragili e gli anziani. Ma il grido d’allarme sullo stato della sanità lucana arriva proprio dal mondo sanitario, ossia dai Medici di Medicina Generale, dai Pediatri di Libera Scelta, dai Medici del Servizio di Emergenza-118, dai Medici Specialisti Ambulatoriali, che lo scorso 4 marzo si sono dati appuntamento nella sede dell’Ordine dei Medici di Potenza per denunciare per l’ennesima volta il grave disagio della sanità lucana e per decidere le ulteriori forme di protesta in conseguenza dell’inerzia del governo regionale. Ciò che è emerso dalla riunione sono soprattutto alcune criticità che verranno sottoposte all’attenzione politica regionale e che sono appresso sintetizzate.

Meno burocrazia
Cittadini e medici continuano ad essere vittime della continua introduzione di nuovi compiti burocratici e di atti amministrativi, il più delle volte superflui e inutili, che finiscono per sottrarre tempo che si dovrebbe invece dedicare all’assistenza sanitaria dei cittadini.

Più organizzazione
Occorrono ormai senza ulteriori indugi la messa a regime del servizio di emergenza-urgenza 118, la riorganizzazione della Continuità Assistenziale, la costituzione delle forme aggregative della medicina generale, della pediatria di libera scelta e della specialistica ambulatoriale (AFT, Aggregazioni Funzionali Territoriali, e UCCP, Unità Complesse di Cure Primarie) per preparare adeguatamente il territorio cogliendo le opportunità legate al PNRR.

Più medici
Da qualche anno ormai la regione Basilicata sta scarsamente affrontando il problema della carenza dei medici: le zone carenti di assistenza primaria (la vecchia medicina di base) non vengono assegnate; nell’ultimo anno almeno venti zone carenti non sono state assegnate neanche potendo ricorrere a incarichi temporanei per i medici del corso di formazione specifica; da mesi sedi di continuità assistenziale (ex guardia medica) vengono accorpate per mancanza di medici disponibili, aumentando così di molto il carico di lavoro dei medici incaricati. Il servizio di Emergenza-Urgenza 118 ha poi una dotazione organica inferiore del 60 % rispetto alla normativa regionale di riferimento.

Più risorse finanziarie
Sono sempre più numerosi i casi di giovani medici di medicina generale formati in regione o quelli dell’Emergenza-Urgenza del 118, che si trasferiscono in regioni del nord (Emilia-Romagna, Veneto) in grado di offrire una organizzazione della medicina generale efficiente (con locali in comodato d’uso, personale di studio, incentivazioni per le forme aggregative della medicina) che di fatto permettono di avere un compenso del 30-40% superiore a quanto retribuito nella regione Basilicata.

Più sicurezza nei presidi sanitari
La medicina generale e la pediatria di libera scelta sono gli unici sistemi di accesso alle cure libero e gratuito a disposizione dei cittadini. Non sempre però ne viene garantita la sicurezza: sempre più frequenti sono le segnalazioni di episodi di violenza verbale e spesso fisica contro medici in servizio. Offrire quindi maggiori garanzie all’apparato medico e paramedico locale, legate poi alla loro qualità professionale, ma slegate dalle logiche politico-partitiche, potranno sicuramente evitare oltre la migrazione dei medici anche quella degli ammalati verso altre regioni, piaga altrettanto grave della sanità lucana.