L’Amiu sull’orlo del fallimento? Così dice il consigliere Gianni Liviano, che sabato 18 marzo ha snocciolato una serie di cifre piuttosto preoccupanti sullo stato di salute dell’azienda municipalizzata che l’amministrazione Melucci ha ribattezzato Kyma Ambiente.
Diciamo subito che quella di Liviano è stata una conferenza stampa con sorpresa, perché in platea si è inaspettatamente presentato proprio il presidente dell’Amiu, Giampiero Mancarelli, scortato dalla consigliera Bianca Boshnjaku, che da appena qualche settimana ha raccolto proprio da Liviano il titolo di capogruppo del Pd in consiglio comunale.
L’inattesa presenza non ha tuttavia fermato la raffica di cifre e dubbi sulla gestione dell’azienda che Liviano ha sollevato, carte alla mano. Ne è nato un “duello”, tanto cordiale nei toni quanto deciso nei contenuti, al termine del quale la verità emersa è una sola: l’Amiu se la passa male, anzi malissimo. Tanto che, per la prima volta nella storia di una municipalizzata, si è sentito parlare di esuberi.
Le cifre della crisi dell’Amiu
«Se fosse una società privata sarebbero già stati portati i libri contabili in tribunale», ha sentenziato Liviano, che a supporto delle sue affermazioni ha riportato una serie di indici contenuti proprio nella relazione finanziaria della società comunale. Liviano ha chiarito di tirar fuori quelle cifre allarmanti «perché sono un commercialista e presidente della commissione bilancio e perché non voglio domani che mi si dica “ma tu dov’eri”?».
Non sfugge tuttavia la coincidenza temporale: appena qualche giorno fa, in una riunione di maggioranza, il sindaco Rinaldo Melucci, ha puntato il dito, fra gli altri, proprio contro Liviano colpevole di aver espresso una opinione difforme da quella del primo cittadino sulla ormai arcinota vicenda dei vigili urbani. Un caso di “lesa maestà” che rischia di provocare ulteriori rimodellamenti nella maggioranza.
Ma torniamo ai conti dell’Amiu. «Esiste – ha detto l’ex capogruppo del Pd – una situazione di insolvenza molto grave. La situazione è peggiorata dal 2017 (anno di insediamento del sindaco Melucci, ndr), quindi non è tutta responsabilità del presidente Mancarelli».
Tra i punti più controversi, quelli sull’inceneritore. «È un impianto fermo da dieci anni, ma è in bilancio per un valore di 40 milioni. Se quell’impianto fosse venduto a ferro vecchio il suo valore non supererebbe i due milioni di euro. Quell’inceneritore non otterrà mai l’Aia dalla Regione, perché è ferraglia, non risponde ai parametri delle migliori tecnologie disponibili».
Vi è poi il capitolo dei debiti tributari: «Al 2021 ci sono 14,5 milioni per il mancato pagamento di imposte e tasse, poi ci sono i debiti previdenziali verso l’Inps, oltre sette milioni di euro, che divisi per tutto il personale è come se ognuno degli oltre quattrocento dipendenti avesse un debito di 17mila euro».
Liviano ha quindi sottolineato i valori accantonati in magazzino per l’acquisto di carrellati per la raccolta differenziata e proprio la differenziata è uno dei punti dolenti: «Abbiamo una percentuale del 27% rispetto alla media regionale del 67%. Tutto il resto si porta nella discarica privata Cisa per un prezzo di 145,29 euro a tonnellata».
Le conclusioni del consigliere Liviano
Il giudizio finale del consigliere sulla conduzione politica, con qualche frecciatina ai revisori dei conti, è tranciante: «In questi cinque anni c’è stato un sonno diffuso e una assenza di strategia, si aumenta la Tari per coprire i costi e il presidente Mancarelli parla di licenziare una sessantina di dipendenti. Ne ho parlato anche col sindaco, ma il confronto non è stato facile. Io però voglio raccontare la verità, non fare la propaganda».
La difesa di Mancarelli
«Dopo anni – ha risposto il presidente dell’azienda – abbiamo finalmente un Durc positivo, ma se gridiamo “al lupo al lupo” l’azienda va in default e ne approfitteranno gli avvoltoi del privato. Siamo in una fase di ristrutturazione, la rateizzazione dei debiti sarà una boccata d’ossigeno».
Il presidente dell’Amiu ha poi individuato nella mancata erogazione dalla Protezione Civile nazionale di oltre 5 milioni di euro come ristoro per il Covid tra le cause delle attuali difficoltà. Capitolo licenziamenti: «Il piano di ristrutturazione aziendale – ha specificato Mancarelli – prevede 67 esuberi. Si tratta di personale improduttivo, vedremo se possiamo accompagnarli fuori dall’azienda ricorrendo a formule come l’esodo incentivato. Dobbiamo comunque custodire questa azienda, siamo di fronte ad una sfida importante e le criticità possono diventare una opportunità di rilancio».
Il caso politico
Intanto si è ufficialmente aperto un caso politico: quello relativo alla collocazione di Gianni Liviano all’interno del consiglio comunale: dentro o fuori la maggioranza? «Io sono sempre lo stesso e non ho la vocazione a rinunciare a pensare». Parole che difficilmente suoneranno bene alle orecchie di Melucci.
Enzo Ferrari