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“La rocambolesca evasione dal carcere di Napoli Poggioreale è l’esempio lampante dell’ insicurezza in cui si trovano la maggior parte (se non la totalità) delle carceri pugliesi e nazionali. E’ mai possibile ad esempio che penitenziari come Taranto con oltre 600 detenuti ma con 300 posti disponibili, di cui molti in massima sicurezza, nelle ore serali e notturne venga gestito da meno di 10 unità?”.
L’allarme viene lanciato ancora una volta dal segretario del Sappe, Federico Pilagatti.
“Tutto ciò fino a qualche anno fa era impensabile poiché i muri di cinta erano presidiati dai poliziotti, gli allarmi antiintrusione e scavalcamento funzionavano (male) ma funzionavano- aggiunge il dirigente sindacale- le sezioni detentive erano presidiate e gestite dai poliziotti che controllavano in manie ra adeguata tutte le situazioni garantendo sicurezza per loro, per i detenuti, e per le città in cui sono dislocate le carceri, nel rispetto delle leggi. Purtroppo da qualche anno a seguito di precisi disegni politici si è deciso di smantellare qualsiasi presidio di sicurezza nelle carceri, diminuendo il personale di polizia penitenziaria e togliendo loro qualsiasi possibilità o mezzi di poter controllare quello che avviene effettivamente nelle sezioni detentive. In questa situazione i muri di cinta sono sguarniti se non completamente abbandonati, per cui chiunque potrebbe tentare un evasione come quella di Napoli, oppure uscire tranquillamente dall’ingresso principale, considerato che in alcune situazioni, si aprono delle vere e proprie autostrade con i cancelli aperti.
Tutto ciò i vertici dell’amministrazione penitenziaria lo sanno da tempo ma fanno finta di niente, poiché quando accadono eventi come quello di Napoli invece di essere i primi a pagare per l’inerzia e precise responsabilità, mandano ispezioni che scaricheranno le colpe sui vertici del carcere napoletano, ma soprattutto sul poliziotto che era di servizio quella notte, che doveva vigilare su più sezioni contemporaneamente da solo.
I vertici del Dap sanno che le carceri di Foggia, Taranto, Lecce, e tantissime altre in Italia vivono queste situazioni, ma non si sono preoccupati nemmeno di automatizzare i vari cancelli, così da consentire ai pochi poliziotti di tenerli almeno chiusi.
Nemmeno i parlamentari 5 Stelle che hanno visitato il carcere di Taranto, la senatrice Piarulli sempre dei 5 Stelle, ex direttrice del carcere di Trani che ben conosce la situazione, sono riusciti a smuovere di un millimetro un Ministro che predica bene, ma che poi nei fatti si disinteressa, mentre nelle carceri, in un giorno qualsiasi, potrebbe accadere di tutto e di più.
A questo punto il Sappe – conclude il segretario Federico Pilagatti- chiede provvedimento forti per evitare che quanto accaduto a Napoli possa ripetersi in altre carceri della regione o della nazione, per cui invita il ministro degli Interni, della Giustizia e della Difesa, a varare un provvedimento urgente per impiegare i militari sui muri di cinta delle carceri.”
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