“Zona militare. Divieto di accesso”. Il cartello, dal contenuto inequivocabile, non li ha fermati. Neanche stavolta.
Poco importa che le case in questione (trattasi del civico 10 e 12 di via Magnaghi) nulla abbiano a che vedere con i beni da poco passati nella disponibilità del Comune. Sì, perché i trasferimenti delle aree demaniali sembrano aver riacceso le speranze in chi è in cerca di un tetto sotto il quale vivere. Il problema è che, questa volta, hanno “bussato” alle case sbagliate. Quegli edifici, infatti, sono abitati da militari, in pensione ed in servizio.
Le loro case le hanno acquistate direttamente dal Ministero della Difesa. Da giorni, quei militari sono sotto assedio. Alcuni gruppi di persone, alla ricerca di una casa, stanno tentando, con il favore delle tenebre, di “accedere” a quelle abitazioni. Una settimana fa, all’interno di quei cortili, sarebbe stato ritrovato anche un piede di porco, attrezzo utile a realizzare la cosiddetta “spaccata” per entrare e prendere possesso degli alloggi.
«Siamo terrorizzati – dicono i residenti. Abbiamo paura per i nostri bambini. Per poter comprare queste case abbiamo contratto dei mutui che continuiamo a pagare. A questo punto, però, temiamo anche che le nostre case, nell’eventualità che si verifichino “occupazioni circostanti” possano subire un deprezzamento».
Come detto, i due edifici non sono di proprietà del Comune ma ospitano personale militare della Difesa. Proprio per questo i residenti sarebbero intenzionati a scrivere al Ministero, al prefetto ed al sindaco per chiedere maggior tutela. Tra le richieste ci sarebbe quella mirata ad assicurare sicurezza agli abitanti delle palazzine di via Magnaghi tramite un servizio di vigilanza.