I suicidi sono in aumento. Nella provincia ionica il fenomeno è già in atto. In pochi giorni si sono registrati tre casi che hanno fatto riflettere sulla situazione generale del paese.
Colpa della crisi?
“Forse. E comunque ogni segnale di cambiamento, anche il più piccolo può e deve essere analizzato per poter dare avvio alla fase di aiuto”.
A parlare è Mariella Sisto, lauerata in sociologia del crimine, martinese che ha già condotto una indagine sui casi di suicidio registrati nella città della Valle d’Itria.
Ben sessantuno i suicidi avvenuti tra il 2001 e dil 2010 nella sua città. Un dato allarmante che la crisi, pare, stia alimentando ulteriormente.
Dottoressa, alla luce degli ultimi episodi sta analizzando nuovi casi?
“Il tema è sicuramente di estrema attualità visti i numerosi suicidi che si registrano in tutta Italia anche per via della crisi economica che sta creando forti disagi alle famiglie ed agli imprenditori. I miei studi hanno potuto rilevare che Martina Franca era al quarto posto in Italia, ma ovviamente oggi il dato è differente. E soprattutto è preoccupante”.
Le è capitato di valutare situazioni che possono avere un legame con la crisi?
“Mi è capitato di ascoltare una bimba di quinta elementare che in un dibattito a scuola faceva rilevare la situazione di depressione della mamma che non riusciva a pagare le bollette a fine mese”.
La depressione è considerata una delle principali cause di suicidio. Cosa si può fare?
“Si deve stare attenti ai mutamenti di carattere delle persone che ci stanno attorno. Ultimamente la gente si sta avvicinando al mondo del volontariato con la speranza di un aiuto e questo può essere anche un segnale da valutare. Come pure ci capita più spesso di incrociare per strada molta gente che chiede l’elemosina o amici che chiedono piccoli prestiti. Anche la semplice sigaretta. Ebbene questi sono i segnali di chi vive e subisce la crisi, ma che reagisce con coraggio. Più critica è, invece, la situazione di chi si chiude in se stesso. Ed è a questi casi che bisogna prestare maggiore attenzione. Spesso chi è in difficoltà tende a restare in casa e quindi ad evitare il contatto con il mondo esterno. Ha paura ovviamente a chiedere aiuto economico ad altri, perchè non vuole essere etichettato come chi è in difficoltà”.
Sono i casi più difficili da individuare ed è qui che devono entrare in gioco amici e parenti, perchè solo loro sono in grado di giudicare questi eventuali mutamenti?
“Esattamente. Famiglia, scuola, chiesa e qualsiasi altra istituzione può e deve oggi prestare attenzione ad ogni singola situazione sociale per cercare di intercettare potenziali soggetti suicidi. Solo così si può ridurre un fenomeno che, purtroppo, è in velocissima ascesa”.