Si addensano nubi nere sull’Aia all’Ilva. Il governo Letta sta considerando l’ipotesi di concedere più tempo al Siderurgico per rispondere a tutti gli adempimenti imposti all’azienda.
Parola del sottosegretario allo Sviluppo economico, Claudio De Vincenti, al termine dell’incontro con il commissario europeo per l’Industria, Antonio Tajani, a Bruxelles.
L’Ilva, infatti, avrebbe già ‘sforato’ i tempi previsti per una parte delle 94 prescrizione di quella che avrebbe dovuto essere la ‘rigidissima’ – parola dell’ex ministro Clini, collega di De Vincenti nel governo Monti – autorizzazione integrata ambientale.
“L’Ilva aveva chiesto una riconsiderazione delle tempistiche per questi interventi, e la stiamo valutando’”, spiega De Vincenti. Il governo ragiona sulla possibilità di concedere più tempo al polo industriale “perchè pensiamo che ci siano alcuni interventi di grande rilievo nella riorganizzazione della produzione dell’Ilva che debbano fruire dei tempi giusti perchè diano risultati”. Un’ipotesi che lascia quantomeno perplesso il direttore generale di Arpa Puglia, il professor Assennato.
“Noi riteniamo che le esigenze che riguardano la salute dei tarantini debbano venire prima delle richieste dell’Ilva. In questo senso – spiega il capo dell’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente – è semmai da riconsiderare, per quanto riguarda l’Aia, la capacità produttiva concessa all’azienda, diminuendola”. Di certo, l’ipotesi che l’Ilva possa beneficiare di una sorta di proroga (magari travestita da rimodulazione dei tempi) per l’applicazione dell’Aia non potrà che destare polemiche, visto che sulla stessa Aia e su una sua attuazione in tempi ‘non negoziabili’ aveva giurato e spergiurato Corrado Clini. Il quale ha lasciato la poltrona di ministro dell’Ambiente al piddino Andrea Orlando ma resta direttore generale dello stesso ministero.
Ieri mattina, poi il presidente Ilva Ferrante è stato ricevuto addirittura del presidente della Repubblica, Napolitano, al Quirinale. Un incontro sicuramente cordiale: del resto, Ferrante è stato capo di gabinetto del ministero dell’Interno quando a guidare il dicastero era lo stesso futuro capo dello Stato. In merito all’inchiesta Ambiente Svenduto ed al riaffacciarsi della presunta ‘vicenda concussiva’ ai suoi danni, il prof. Assennato è secco: “Non entro nelle vicende della magistratura. Posso dire che sul fatto – le presunte pressioni del presidente della Regione Nichi Vendola per un ammorbidimento dell’Arpa nei confronti dell’Ilva, ndr – ha già detto quanto dovevo, poi ogni sei mesi c’è qualcuno che ripreme il bottone…”. Assennato aveva negato di essere stato pressato da Vendola, il quale ieri ha ribadito di essere estraneo ad ogni comportamento illecito: “Il mio nome nell’inchiesta? Si parla del nulla”.