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Noe e Gdf in Ilva. Ora tremano i ‘capi’

Il Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza, su delega del pool di magistrati che si occupa dell’inchiesta per disastro ambientale a carico dell’Ilva, in questi giorni sta procedendo ad interrogare, in qualità di persone informate sui fatti, i dipendenti del Siderurgico (soprattutto capi area e capi reparto) che nei giorni scorsi si sono dimessi dai loro incarichi. Si tratterebbe di un nuovo filone investigativo che mira ad accertare anche il ruolo ricoperto dai cosiddetti ‘fiduciarì dell’azienda.

I responsabili dei reparti avevano deciso di rassegnare le dimissioni dagli incarichi, pur garantendo la sicurezza degli impianti, dopo il provvedimento di sequestro del patrimonio dei Riva disposto dalla magistratura che ipotizza reati, oltre che nei confronti dei legali rappresentanti di Ilva e Riva Fire, anche per “dirigenti, capi area, responsabili dell’esercizio dello stabilimento di Taranto, di cui Riva Fire è società controllante”. Ieri, invece, i tre custodi Barbara Valenzano, Claudio Lofrumento ed Emanuela Laterza, accompagnati dai carabinieri del Nucleo operativo ecologico guidati dal maggiore Nicola Candido, hanno fatto il loro ingresso negli uffici della direzione Ilva effettuando un’ispezione durata poco più di tre ore. I custodi hanno visionato una serie di documenti lasciando poi lo stabilimento. E mentre aumentano le voci critiche al decreto del governo ed alla nomina di Bondi a supercommissario, la prossima settimana dovrebbero essere notificati i circa 60 avvisi di conclusione delle indagini per l’inchiesta Ambiente Svenduto. Intanto il presidente Laura Boldrini, ha reso noto che si terrà dal 24 al 28 giugno la discussione alla Camera per la conversione del decreto legge del governo sull’Ilva.