x

x

Società nel porto. Il Mac prepara un esposto

Una protesta civile per contrastare quanto sta avvenendo nel Porto di Taranto. E’ questa la posizione del Movimento d’Azione Cittadino.

“Siamo in un momento di crisi economica‘– afferma il presidente Enzo Gigante – e ci sono sia i soldi destinati al porto, che i lavori da fare. Dobbiamo sfruttare ogni situazione. Il Mac che rappresenta una parte della popolazione tarantina, dice basta a tutto questo. Non è possibile che ci siano solo cinque posizioni a decidere le condizioni del porto”.

Sono tre i punti fondamentali dell’iniziativa del comitato: costituirsi nel giudizio dinanzi al Tar di Lecce “ad adiuvandum” a sostegno delle ragioni dell’Autorità Portuale, raccogliere le firme per la proposta di legge popolare di porto franco del Porto di Taranto e sottoscrivere un esposto alla Magistratura per fare chiarezza sui rapporti tra le società che attualmente operano nel porto.

L’avvocato Gigante esprime la posizione del movimento in relazione all’ordinanza emessa dal Tar di Lecce, che, sostiene: “Di fatto blocca i lavori preventivati per centinaia di milioni di euro, per rendere le strutture a livelli internazionali, e non si può consentire che l’economia della città venga bloccata, a torto o a ragione, ma sempre in danno di Taranto, per colpa di qualcuno”. Gigante sottolinea l’importanza dei 480 milioni di euro che potrebbero rendere il porto efficiente: “Avendo una posizione strategica si attirerebbero gli esterni a Taranto”.

Il Presidente prende posizione affermando che ad ottobre si costituiranno nel giudizio dinanzi al Tar di Lecce “ad adiuvandum”, a sostegno delle ragioni della Autorità Portuale e aggiunge: “Chiunque può sottoscrivere l’adesione prendendo contatti con il Mac per essere inseriti come persone con interesse”. Un’altra iniziativa è la raccolta firme per la proposta di legge popolare di porto franco, come spiega il comandante Gennaro Cimaglia: “Se riuscissimo a raggiungere questo traguardo ne guadagnerebbe l’occupazione tarantina. Tutto il mondo sarebbe interessato al nostro Porto, non solo le aziende locali”.

Per quanto riguarda la questione Terminal Rinfuse il comandante afferma: “I motivi tecnici per cui Terminal Rinfuse non accetta di trasferirsi nelle zone indicate dall’autorità portuale sono validi, perché non ci sono i fondali. Credo che potrebbero cooperare negli spazi dell’Ilva per accelerare i tempi”.