CASTELLANETA – Ad una anno dalla scomparsa di Padre Mario Cisternino, missionario carboniano, scrittore ed antropologo figlio della nostra terra e cittadino del mondo, su mandato di S. E. Mons. Pietro Maria Fragnelli l’ordine Equestre del S. Sepolcro di Gerusalemme – in collaborazione con i familiari di Padre Ma-rio che hanno messo a disposizione il corposo archivio fotografico di famiglia – venerdì 25 ottobre, alle 19,00, nella Chiesa di Santa Maria del Rifugio sarà inaugurata una mostra fotografica a lui dedicata.
L’evento sarà preceduto da una funzione liturgica, alle 18,00, celebrata nella Chiesa Cattedrale da Mons. Fragnelli alla presenza dei migranti del continente africano presenti nel territorio della Diocesi, dei padri missionari carboniani, della Caritas dio-cesiana e dell’ufficio diocesiano “Mi-grantes”.
“Passione per l’Africa” oltre a dare il titolo alla mostra, è anche il titolo dell’opera maggiore di Padre Mario, un libro che racconta attraverso le immagini trent’anni di vita operosa trascorsa a costruire ospedali (ben due), dispensari, sessanta scuole, numerose cooperative e, addirittura, una banca privata.
La biografia di Padre Mario Cisternino è il racconto di una vita senza clamori, di un’esistenza trascorsa senza voglia di protagonismo e con l’unico obiettivo di servire, con generosità, il prossimo.
La mostra fotografica racconta, attraverso gli scatti, le sue imprese e la sua esperienza diretta nei villaggi rurali africani dove mancavano – e ancora mancano – il lavoro, il cibo, l’igiene, l’assistenza sanitaria, le strade. E dove, al contrario, fanno da padrona la dittatura, i tabù, la stregoneria, il malocchio, l’instabilità politica che impediscono la crescita di una persona libera.
“L’attività pastorale dei primi anni d’Africa è stata su per giù quella di ogni missionario in Africa – scriveva Padre Mario ai suoi compagni di ordinazione – visite alle comunità, gioventù, catecumenati, scuole. Poi l’attività ha preso un ruolo più personale che impegnava più nel cuore: quello di aiutare la gente in attività di sviluppo sociale ed economico col sistema delle cooperative che aiutava la povera gente e liberava dallo sfruttamento. Ho costruito con loro la scuola di paglia e fango, ho dato soldi per mandare i bambini a scuola, ho insegnato, oltre al catechismo, a cucire, a saldare, a riparare motori, imparando tutto insieme a loro. Ho fatto il banchiere privato e ho messo su casse di risparmio a credito per loro. Questo e altro ho insegnato dal pulpito e dalla strada…”