Prende il via domani e si protrae fino a sabato 28 settembre, “StArt Up”, la manifestazione organizzata dal Crest. Una sorta di mini-maratona teatrale che per tre giorni offrirà al pubblico spettacoli, incontri e performance di vario tipo.
L’originale formula del direttore artistico, Gaetano Colella, prevede una full-immersion dal primo pomeriggio a notte fonda, con dodici spettacoli, incontri con critici ed operatori del settore provenienti da ogni parte d’Italia.
La giornata inaugurale prende il via alle ore 15:00 sul palco dell’ex convento di San Francesco, in Città Vecchia, sul cui palco sarà rappresentata “Visitazione Taranto”, su coreografia di Virgilio Sieni. Si tratta di uno spettalolo durante il quale quattro donne, non giovani, non danzatrici, non attrici raccontano, col volto e la forma dell’adagio, cos’è la bellezza ai tempi dell’Ilva.
Alle ore 16:00 si passa nella sala del TaTà (al quartiere Tamburi) per assistere a “Rockrosewow”, di Daniele Ninarello.
Alle ore 17:30, poi, nel foyer del TaTà, ci sarà un approfondimento sul tema “Ossigenarsi a Taranto”.
Alle ore 21:00, questa volta nello spazio off dell’auditorium in via De-ledda, in prima regionale andrà in scena “Un bès – Antonio Ligabue”, di e con Mario Perrotta.
E’ la prima tappa del progetto trien-nale “Progetto Ligabue arte”, che Perrotta ha pensato sulla figura di Antonio Ligabue, sul suo rapporto con i luoghi che segnarono la sua esistenza e sulla sua creazione artistica.
Perché indagare Antonio Ligabue significa indagare il rapporto di una comunità con lo “scemo del paese”, da tutti temuto e tenuto al margine. Ma significa anche accettare lo spostamento che provoca una nuova visione delle cose. Una visione “folle” che mette a rischio gli equilibri di chi osserva, costringendolo a porsi la classica domanda: “Chi è il pazzo?”.