«Voglio celebrare i miei sessanta anni di carriera, chiudendo idealmente un cerchio, tornando laddove è cominciato tutto e dove affondano le mie radici». È la riflessione di Iva Zanicchi alla vigilia della pubblicazione di “Gargana”, il suo nuovo disco disponibile su tutte le piattaforme. «Ho sempre avuto una voce particolare e cantavo ovunque- ha rivelato Iva – “Che gargana che ha quella bambina lì”, mi dicevano. Nel dialetto di Ligonchio, gargana è una voce forte, squillante ed è così che venivo chiamata». L’Aquila di Ligonchio è dunque tornata con quel graffio blues inconfondibile della sua voce, ad abbracciare idealmente il suo affezionato pubblico con il nuovo disco “Gargana” che è appunto un termine del dialetto di Ligonchio, che significa ‘voce’, l’appellativo che la accompagna da sempre; oggi quella bambina dalla voce straordinaria è ancora in lei, rendendone immutato lo sguardo. «Quando ero bambina seguivo il festival alla radio nell’osteria del paese – ha ricordato la cantante – Fra me e me dicevo che un giorno sarò anch’io su quel palco». E così è stato. Con questo disco l’Aquila di Ligonchio ha scelto di festeggiare sessant’anni di carriera tornando in gara al recente festival di Sanremo, mettendosi in gioco con ‘verve’ ed eleganza, a colpi di “papalina”, dimostrando ancora una volta la sua capacità comunicativa e interpretativa con “Per amarti”.
«É una canzone d’amore scritta trent’anni fa, poi dimenticata o forse per un gioco del destino, messa da parte, in attesa che arrivasse il suo momento – ha precisato la cantante – Io me ne sono innamorata e, grazie all’arrangiamento di Celso Valli, l’ho sentita mia: ho avuto una vita piena d’amore e cantarlo è sempre bello; mi piace pensare che possa essere un bel messaggio, una dedica al proprio amore o a quello ancora sognato». La Zanicchi è l’unica donna ad aver vinto tre volte il festival di Sanremo, nel 1967 con “Non pensare a me”, nel 1969 con “Zingara” e nel 1974 con “Ciao cara come stai”; quest’anno ha avuto dal pubblico dell’Ariston il riconoscimento più bello che un’artista possa desiderare: la standing ovation e quell’applauso che è sembrato non finire, dalla prima all’ultima esibizione, una meravigliosa istantanea, un ricordo prezioso da incorniciare; lì, ci sono racchiusi tutta la gratitudine e l’amore che questa donna straordinaria ha saputo regalare alla nostra musica. «Come il vino migliore, anche le canzoni hanno profumo e il momento giusto per essere gustate – ha confessato – “Voglio amarti” è una canzone che non svela la sua età ma che con cura ed eleganza sceglie le parole per un testo, che sembra poesia: racconta dell’amore, quello che ci cambia la vita, quello che ci fa sentire vivi, un sentimento che non conosce limiti di età, che ci rende fragili e forti al tempo stesso».
Iva è tornata a Sanremo con una canzone ‘preziosa’, resa ancora più speciale dall’amore che la circonda, pubblicata dalla Luvi Records che è l’etichetta di sua figlia Michela Ansoldi che si è sempre tenuta in disparte, ma che ha scelto da qualche tempo di produrla a sottolineare l’abbraccio, la forza della famiglia. “Gargana” è un disco dove con cura, sono raccolti brani molto diversi tra loro, con sei inediti, tra cui “Voglio amarti” presentata in gara a Sanremo e sette cover con canzoni del panorama musicale non solo italiano, ma internazionale, a ricordarci come Iva Zanicchi abbia pubblicato i suoi dischi in tutto il mondo, dall’Europa al Sud e Nord America, dall’Asia all’Australia, incidendo in cinque lingue, in italiano, spagnolo, inglese, francese e giapponese. Per la sua voce hanno scritto i più grandi autori italiani e internazionali: Mogol-Battisti, Paolo Limiti, Cristiano Malgioglio, Giorgio Gaber, Roberto Carlos, Roberto Vecchioni, Mikis Theodorakis, Umberto Balsamo, Pino Donaggio, Gorni Kramer, Tiziano Ferro e Zucchero Fornaciari. In “Gargana” ancora una volta Iva dimostra di saper dialogare non solo con autori storici ma anche con giovani per i quali ha sempre avuto un’attenzione particolare. «”Gargana” è un album al quale sono molto legata ed è zeppo di cose belle – ha sottolineato – È amore allo stato puro, il tanto che ho ricevuto e che ho, credo, con la musica ricambiato». Fra i brani del disco ci sono anche “Canzone” di Don Backy presentata a Sanremo nella serata delle cover e dei duetti per omaggiare Milva che la interpetrò al festival del 1968, “Vecchio frack” di Domenico Modugno ispirata a una storia vera di un uomo che si suicida deluso dall’amore, “Dove sei” dedicata a Lucio Dalla di cui ne ricorda le sue passioni, dalle moto alle barche, dal mare alla musica; a chiudere il disco c’è “Vola colomba”, nulla a che vedere con la canzone di Nilla Pizzi vincitrice della seconda edizione del festival, ma scritta da Franco Del Prete e Sal Da Vinci, quasi una preghiera, una speranza di pace, una richiesta d’amore nel mondo.
Franco Gigante