Abbiamo dato ampio risalto alla manifestazione unitaria dei sindacati a Reggio Calabria sul lavoro e mezzogiorno, perché riteniamo che possa diventare un punto di svolta nella politica italiana.
Nel confuso contrapporsi di obiettivi-bandiera, schieramenti virtuali, soluzioni velleitarie, scadenze ipotetiche e via discorrendo, manca un riferimento certo dal quale far partire una campagna di ricostruzione del Paese, nelle sue strutture portanti, nei suoi valori, nella sua classe dirigente, credibile e concreta, identificabile con un progetto di società e di Paese.
Il sindacato nella sua unità, può essere un primo referente positivo.
Senza rinunciare ai suoi obiettivi primari, alle sue peculiarità, alla difesa del lavoro e della dignità umana; ma portando queste sue caratteristiche, come priorità nel movimento delle coscienze, degli interessi, dei valori di una democrazia in trasformazione.
Non si ricostruisce il sistema politico italiano, mettendo insieme i pezzi di altri partiti e sperare nella tenuta di un puzzle virtuale.
La novità è nella vitalità e forza degli interessi non autarchici di un territorio; nella coscienza della identità di una comunità e della sua espressione storica; nella validità riconosciuta e consapevole dei valori di un popolo e della sua dignità.
Insomma la politica rappresenta il primato dell’uomo nel suo essere individuo sociale.
Vogliamo portare questa convinzione nel cuore di una battaglia per la rinascita del Mezzogiorno come Italia mediterranea.
Vogliamo accompagnare l’iniziativa fondamentali dei sindacati con un’azione di rinascita delle coscienze nella realtà del Mezzogiorno d’Italia, intorno ad una scelta federativa delle regioni del Sud accompagnato da una chiara presa di coscienza del significato assolutamente politico della battaglia che si va delineando sulla grande questione delle autonomie differenziate e della statuizione del livello essenziale delle prestazioni.
Non avere attuato tempestivamente la lettera M del secondo comma dell’articolo 117 della Costituzione, sul livello essenziale delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale, è stato un atto di miopia politica e di debolezza istituzionale.
Anche con la spinta del sindacato bisogna determinare le condizioni perché questo adempimento costituzionale sia inevitabile avvenga subito, prima che i processi distorsivi sì accentuino in modo irreversibile e il paese venga minato nella sua unità sostanziale.
Le prediche non bastano più, occorrono i fatti.
di Claudio Signorile