FRAGAGNANO – Il fuoco e l’acqua. Il calore delle fiamme, l’immenso freddo del mare.
Due vite diverse, quelle di Antonio Dell’Anna e Mimmo Massaro. Cinquantaquattro anni l’uno, quarantadue l’altro. Due figli della stessa terra, quella Fragagnano sotto shock per i gravissimi incidenti sul lavoro che a distanza di un mese hanno portato questo piccolo centro della nostra provincia, meno di 5.800 anime, ad affrontare momenti durissimi.
«In paese c’è profonda tristezza per quanto accaduto a Mimmo, anche ricordando ciò che è successo un mese fa, un altro terribile incidente sul lavoro» racconta l’ex sindaco fragagnanese Lino Andrisano. Lui conosceva Mimmo Massaro: «Un ragazzo perbene, un lavoratore. Uno che non aveva grilli per la testa. Aveva deciso di metter su famiglia, si era sposato da poco. Un giovane che non aveva mai creato il più piccolo problema».
Sono tanti i fragagnanesi che nell’ex Ilva, oggi ArcelorMittal, hanno trovato lavoro. Una “colonia” numerosa in quel coacervo di accenti e dialetti che è la grande fabbrica dell’acciaio che incombe, con tutte le sue contraddizioni, alle porte del capoluogo. Eredi diretti di quei “metalmezzadri” che furono una geniale intuizione di Walter Tobagi, gigante del giornalismo, in un memorabile articolo sul Corriere della Sera («È metalmeccanico, lavora nello stabilimento Italsider grande due volte e mezzo la città. Abita nei paesi della provincia e trova il tempo per coltivare il pezzo di terra. Su trentamila stipendiati della più grande industria del Sud, almeno la metà appartiene alla categoria dei metalmezzadri». Era il 1979). Anche per questo il sentimento di dolore e di angoscia che si respira in questo piccolo borgo è palpabile. «Sì, è cosi – dice l’ex sindaco Andrisano. Anche il papà di Mimmo aveva lavorato al Siderurgico. A rendere tutti più sgomenti sono le analogie con quanto accaduto nel 2012 al povero Francesco Zaccaria. È incredibile» continua Andrisano. «Lo stesso posto, la stessa fatalità».
Nella notte tra il 10 e l’11 giugno invece la morte di Antonio Dell’Anna, vigile del fuoco schiacciato dal portellone del camion adibito a trasporto di cavalli mentre spegneva il rogo che aveva avvolto un autocarro, all’interno di un circolo ippico tra San Giorgio Jonico e Pulsano.
Dell’Anna prestava servizio come vigile del fuoco presso il distaccamento di Grottaglie; inutili i tentativi di rianimarlo da parte di colleghi e soccorritori del 118. Un lutto che scosse dalle fondamenta la comunità fragagnanese.
«Presto intitoleremo a suo nome il distaccamento di Grottaglie» l’annuncio del sottosegretario all’Interno con delega ai Vigili del Fuoco, Stefano Candiani, dopo aver partecipato il 15 giugno ai funerali, proprio a Fragagnano. Era «doveroso essere presente per rendere omaggio ad un valoroso Vigile del Fuoco che ha perso la vita in servizio – le parole del sottosegretario – per evitare ad altri di rischiare la propria.
I Vigili del Fuoco sono una grande famiglia che con emozione si è stretta attorno alla famiglia di Antonio Dell’Anna. Avvieremo le pratiche per intitolare alla sua memoria il suo distaccamento di Grottaglie».
«Una preghiera per Antonio, il vigile del fuoco morto in provincia di Taranto e un abbraccio ai suoi colleghi e alla sua famiglia. Ha perso la vita mentre era in servizio, a conferma che quello dei Vigili del Fuoco non è un semplice lavoro ma una vera e propria missione.
Prosegue con ancora più forza il mio impegno per un piano di assunzioni straordinario, con l’obiettivo di equiparare il trattamento dei pompieri a quello delle altre forze di sicurezza» il commento del ministro dell’Interno Matteo Salvini.