«Quale rapporto vorrei avere con Taranto…». Red Canzian, storico bassista dei Pooh, carica sul condizionale, risponde con un sorriso alla domanda su quale, in realtà, sia il suo legame con la città dei Due mari.
Dunque, quale rapporto avrebbe.
«Scherzo, è di grande amore, Taranto la porto sempre nel cuore, ma mentirei se dicessi che faccio concerti ovunque, tranne che da queste parti e questo elemento non mi tocca: mi tocca, invece, eccome, trentatré concerti estivi di “Testimone del tempo” e i tarantini, che amano i Pooh e le cose che ho fatto per conto mio, devono mettersi in macchina e fare un po’ di strada…».
Capita, quando l’intervista comincia con la domanda più banale di questo mondo. Ma Canzian, non ce l’ha con nessuno.
«Ci avrei tenuto a fare un concerto qui, dopo che nel 1973 Taranto era stata una delle prime tappe a segnare il mio ingresso ufficiale nei Pooh, teatro Alfieri se non ricordo male; l’ultima volta, invece, sono stato allo Yachting per presentare “Sano vegano italiano” insieme con mia figlia Chiara: accoglienza e un affetto straordinari, come sempre, tanto che pensavo che l’abbraccio si fosse potuto ripetere anche quest’estate, ma ci sarà occasione in futuro, spero…».
Concerti da queste parti, ci informiamo.
«Pietrelcina, 5 agosto: è il paese nel quale è nato Padre Pio, oggi santo, ma che non è San Giovanni Rotondo, provincia di Foggia; nella provincia dauna suonerò il prossimo 8 agosto, Bìccari per la precisione; poi il 19 agosto, Salandra, due passi da Matera, abbordabile, dai…».
Canzian e la salute.
Qualche, contrattempo, brutto eufemismo, ma è per trattare un argomento delicato, col fioretto piuttosto che con al sciabola.
«Va tutto bene, controlli ok, penso alla musica adesso, al lavoro che ho sempre fatto, l’unico che so fare…».
Anche la tv, non male.
Coach in “Ora o mai più”, condotto da Amadeus. Attriti con Marcella Bella. «Per la prossima stagione televisiva aspetto di conoscere eventuali proposte, per il diverbio con Marcella, tutto chiarito, erano sei puntate che provocava, alla fine le ho risposto, ma ci siamo chiariti: non serbo rancore, nella vita impari che queste sono cosucce, non le trovi neppure alla voce “detagli”».
Torniamo a Taranto, decine i concerti.
«Non c’è più il teatro Alfieri: è un segno dei tempi, era il ’73 quando i Pooh cominciavano a fare i teatri, fino ad allora appannaggio di rappresentazioni colte, e non musicali».
“Alessandra” e “Parsifal”, usciva Fogli entrava Canzian.
«Teatro e tempi anche di “Forse ancora poesia”, “Un po’ del nostro tempo migliore”, “Poohlover”: due spettacoli, uno alle cinque, uno alle nove di sera, sempre pieno».
Canzian e la Città vecchia, assessore per un minuto.
«Compirei un atto d’amore, forte, a costo di essere impopolare, un invito ai proprietari degli immobili: o rimettete a posto queste bellezze che profumano ancora di antico, oppure le requisisco; poi, una volta rimesse a nuovo, si restituiscono alla storia, a una Taranto che ha una tradizione millenaria, culla della Magna Grecia».
C’è più di un progetto per il recupero dell’Isola, Canzian. Taranto, però, le piace.
«Certo che mi piace, il mio rammarico forse lo provoca il grande affetto che ho per Taranto; quando sto da queste parti, insieme con mia moglie Bea – non ve l’ho detto, cura la regia dei live e le proiezioni di video e altri contributi durante il concerto – raccolgo l’invito di Serenella Colomba, mia carissima amica: dirige l’Histò, altro monumento alla bellezza di questa città.
Un posto incantevole che non so quante località al Sud possano vantare. Con mia moglie Bea e i nostri ragazzi, Chiara, appena sposata, è in Croazia in viaggio di nozze, e Philip, non dobbiamo nemmeno mettere la proposta di soggiorno ai voti: è un plebiscito, tutti all’Histò.
Questa è Taranto, una delle perle della Puglia, terra di origine contadina dove è possibile mangiare ancora sano, sedersi a tavola e gustarsi un bel puré di fave con cicoriella; ma anche un piatto di pasta e patate lo consiglio vivamente: miei amici mi raccontano di pranzi e cene olimpiche a base di riso, patate e cozze; i mitili non li tocco, sono vegano convinto, non solo a parole, l’ho messo per iscritto…».