“Fratelli d’Italia non va dietro alla Greta internazionale, ma punta alla tutela dell’ambiente seguendo le proprie idee e iniziative: dalla proposta di legge già presentata per l’inserimento dell’educazione ambientale nelle scuole, alla raccolta differenziata nelle città e nei mari”.
A parlarne in conferenza stampa a Taranto, mentre fuori sfilavano gli studenti in sciopero per l’ambiente, è stata l’on. Ylenia Lucaselli di FdI col consigliere provinciale Giampaolo Vietri, il vice sindaco di Maruggio Giovanni Maiorano, il coordinatore cittadino, Franco Vitanza, il consigliere comunale Tony Cannone e i ragazzi di Gioventù Nazionale. L’incontro è stato introdotto da un rappresentante del movimento giovanile e poi sviluppato dalla parlamentare ionica.
“Questi sono temi che superano le ideologie – ha detto l’on. Lucaselli – e vanno al di là di una Greta che è molto strumentalizzata, tant’è che nell’elenco della nazioni più inquinanti, non ha citato né la Cina né l’India. La Destra se n’è sempre occupata tant’è che è nostra la proposta dell’educazione ambientale a scuola così come quella di mettere dazi alle nazioni più inquinanti. Ma FdI si occupa anche di tutto ciò che è possibile fare concretamente nelle città piccole e grandi: dalla raccolta differenziata alla mobilità sostenibile”. E qui inevitabile i riferimenti a Taranto, città dell’ex Ilva, nota in tutto il mondo per il suo inquinamento. “Solo chi non è mai entrato nello stabilimento siderurgico grande due volte la pur grande città – ha detto la parlamentare, riferendosi ai pentastellati – poteva affermare che lo stabilimento si poteva chiudere e risanare tutto in sei mesi. Cosa che poi, una volta al governo il M5s non ha fatto”.
“Ma al di là del grande inquinamento, in questi quasi tre lustri di amministrazione di sinistra a Taranto nulla si è fatto per differenziata e mobilità sostenibile. Per la raccolta differenziata siamo al 18 per cento mentre tutti i paesi della provincia ci superano. E che dire della mobilità urbana? Sia per le non eccessive distanze cittadine, sia per il clima sempre mite, sia per la natura pianeggiante della città, nulla è stato fatto per ridurre drasticamente l’uso dell’auto privata, i cui progetti – tra l’altro – sarebbero stati finanziati al Comune dalla Regione” dicono da FdI. “E per concludere – mentre dal Palazzo del Governo dove si è tenuto l’incontro si udivano gli slogan dello sciopero – l’on. Lucaselli ha stigmatizzato l’ingerenza del Governo per questo sciopero studentesco. Il ministro della Pubblica istruzione, infatti ha chiesto ai presidi di considerare giustificate le assenze per lo sciopero sul clima creando un terribile precedente: quali scioperi, d’ora in poi, saranno giustificati dal governo e quali no? Nella cosiddetta Terza Repubblica, evidentemente, qualcuno si sente più padrone del Paese che il semplicemente democratico esecutivo”.
Anche dall’estrema sinistra c’è chi non ha aderito a Friday For Future: sono i Proletari Comunisti/PCm Italia: “Ci sono momenti in cui è importante che i comunisti marcino controcorrente, per deviare il movimento dalla via spontanea che lo porta sotto la cappa dei suoi nemici” si legge in una nota.
Il linguaggio è fortemente ideologizzato: “L’imperialismo è guerra, rapina dei popoli, miseria e distruzione dell’ambiente e uso selvaggio dell’uomo e della natura al servizio del profitto. Non è accettabile che questo movimento chieda proprio ai responsabili di questa distruzione di mettere fine ad essa. Così noi comunisti respingiamo decisamente ogni teoria catastrofista, da “ultima spiaggia”. La storia dell’umanità ci insegna che non è così che vanno le cose. Ma le ragioni più consistenti che ci spingono a non aderire alle manifestazioni in corso sono legate a un fattore ben preciso. Il capitalismo cerca nuove fonti di profitto e individua nella Green Economy l’opportunità, fa leva sul movimento in corso per accelerare questo processo. In ogni paese le grandi associazioni padronali, le multinazionali, i governi, la Finanza sono pronti come lupi famelici a lanciarsi sul nuovo business del secolo e a costruire il consenso intorno ad esso.
Senza una battaglia chiara e aperta nel movimento su questo, i comunisti, i proletari, i popoli parteciperebbero all’estensione delle catene e non a spezzarle. Certamente la enorme quantità di giovani scesa in piazza domanda un impegno e un’attenzione, perché è fondamentale fare della gioventù non la massa di manovra del capitale e dell’imperialismo, non i costruttori del consenso, ma i distruttori di questo sistema. Il capitalismo prima fa profitti sulla distruzione, poi fa profitti sulla sua ricostruzione. Sempre la gioventù è stata interessata ai grandi temi dell’ambiente, come in altre occasioni della fame, della pace, e così via. E in generale per tanti giovani, soprattutto giovanissimi, è la prima forma che assume il loro impegno sociale diretto ed è la prima forma che contiene una volontà radicale di cambiamento. C’è bisogno che questo movimento passi attraverso l’esperienza diretta, c’è bisogno del tempo necessario perchè in esso si definiscano le tendenze e si sviluppi lo scontro tra due visioni e due vie”.