Nella seduta del 13 novembre la Giunta Comunale ha deliberato di portare nella città di Taranto, nel corso del 2020, la mostra fotografica “Cibo” del fotografo Steve McCurry.
Si tratta di una dei più grandi fotografi contemporanei al mondo, le cui immagini sono divenute vere e proprie icone, come la famosa “ragazza afghana” pubblicata da National Geographic.
Il grande fotografo americano, vincitore del primo premio al concorso World Press Photo, porterà a Taranto la mostra che a Forlì, in un solo mese di programmazione, ha già superato le 40.000 presenze e che racconta il cibo nei suoi aspetti culturali, ma senza trascurare l’aspetto riguardante l’uso e lo spreco che se ne fa.
“Sono davvero orgoglioso – commenta l’assessore alla cultura Fabiano Marti – che Taranto ospiterà per la prima volta nella storia una mostra di tale portata. Sarà un impegno complicato, ma particolarmente stimolante. E questo è solo l’inizio, perché è nostra ferma intenzione portare a Taranto mostre di portata internazionale che accompagnino la città in un percorso culturale di così alto livello al quale ogni giorno l’amministrazione Melucci sta lavorando”.
McCurry è, senza alcun dubbio, uno dei nomi più importanti della fotografia mondiale. La sua carriera è stata lanciata quando, travestito con abiti tradizionali, ha attraversato il confine tra il Pakistan e l’Afghanistan, controllato dai ribelli poco prima dell’invasione russa. Quando tornò indietro, portò con sé rotoli di pellicola cuciti tra i vestiti. Quelle immagini, che sono state pubblicate in tutto il mondo, sono state tra le prime a mostrare il conflitto al mondo intero. Il suo servizio ha vinto la Robert Capa Gold Medal for Best Photographic Reporting from Abroad, un premio assegnato a fotografi che si sono distinti per eccezionale coraggio e per le loro imprese. McCurry ha poi continuato a fotografare i conflitti internazionali, tra cui le guerre in Iran-Iraq, a Beirut, in Cambogia, nelle Filippine, in Afghanistan e la Guerra del Golfo. Il lavoro di McCurry è stato descritto nelle riviste di tutto il mondo e contribuisce sovente al National Geographic Magazine. McCurry è membro della Magnum Photos dal 1986.
È il destinatario di numerosi premi, tra cui il Magazine Photographer of the Year, assegnato dalla National Press Photographers’ Association. Lo stesso anno ha vinto per il quarto anno consecutivo il primo premio al concorso World Press Photo Contest. Ha vinto inoltre l’Olivier Rebbot Memorial Award per due volte.
McCurry si concentra sulle conseguenze umane della guerra, mostrando non solo quello che la guerra imprime al paesaggio ma, piuttosto, sul volto umano.
Un fotografo guidato da una curiosità innata e dal senso di meraviglia circa il mondo e tutti coloro che lo abitano, ed ha una straordinaria capacità di attraversare i confini della lingua e della cultura per catturare storie di esperienza umana. Ha dichiarato: “La maggior parte delle mie foto è radicata nella gente. Cerco il momento in cui si affaccia l’anima più genuina, in cui l’esperienza s’imprime sul volto di una persona. Cerco di trasmettere ciò che può essere una persona colta in un contesto più ampio che potremmo chiamare la condizione umana. Voglio trasmettere il senso viscerale della bellezza e della meraviglia che ho trovato di fronte a me, durante i miei viaggi, quando la sorpresa dell’essere estraneo si mescola alla gioia della familiarità”. Steve McCurry è ritratto in un documentario televisivo dal titolo Il volto della condizione umana (2003) prodotto dal pluripremiato regista francese Denis Delestrac. Ha realizzato nel 2013 il calendario Pirelli fotografando 11 donne impegnate nel sostegno di Fondazioni, organizzazioni non governative e progetti umanitari. La mostra “Cibo”, che nel 2020 approderà a Taranto, vuol far riflettere sul valore del cibo, sui suoi aspetti culturali, ma anche sull’uso e sullo spreco che se ne fa. La mostra comprende cinque sezioni: il ciclo della vita del cibo, il pane come alimento primario, la produzione, la trasformazione e la condivisione del cibo.