Processo Satellite: sette condanne con il rito abbreviato e una con il patteggiamento e una assoluzione. La sentenza emessa dal gup del Tribunale di Taranto. Altri otto imputati hanno scelto il rito ordinario che inizierà il 3 febbraio del 2020.
Salvatore Antonucci, difeso dagli avvocati Franz Pesare e Rosario Frascella, ha patteggiato un anno e otto mesi; Giuseppe Bianchini, assistito dall’avvocato Giuseppe Masini, è stato condannato a sei mesi di reclusione (il pm aveva chiesto una condanna a quattro anni); Emanuele Vocale, difeso dall’avvocato Fabio Falco, è stato condannato a un anno (il pm aveva chiesto due anni); Marco Caraccio. difeso dall’avvocato Biagio Leuzzi, è stato condannato a due anni (il pm aveva chiesto due anni e mezzo); Sabino Convertini, assistito dall’avvocato Pasquale Corigliano, è stato condannato a tre anni; Giuseppe Motolese è stato condannato a sei anni e otto mesi. Assolto Giuseppe Armenti , difeso dall’avvocato Biagio Leuzzi. Il bliz Satellite è scattato a febbraio del 2019 insieme all’operazione Mercurio contro la mala lizzanese.
Nel blitz Satellite erano state coinvolte alcune persone estranee al gruppo criminale. In particolare due erano state sottoposte alla misura della custodia in carcere e agli arresti domiciliari, perché ritenute responsabili di attività di spaccio di stupefacenti in concorso sulla piazza di Torricella. Altre due sottoposte alla misura della custodia in carcere e una agli arresti domiciliari, ritenute invece responsabili in concorso tra loro di rapina aggravata, lesioni personali ed estorsione ai danni di un giovane di Lizzano. Altre erano state indagate a piede libero.
Una settimana fa sono scattate le condanne per il processo Mercurio. Il gup del Tribunale di Lecce ha condannato con il rito abbreviato nove persone. Le condanne da dodici anni a sedici mesi. Un decimo imputato è stato assolto.
A febbraio del 2019 i carabinieri avevano sgominato una organizzazione che operava tra Lizzano e i paesi limitrofi. Il blitz “Mercurio” era scattato al termine di indagini coordinate dalla Dda. I militari della Stazione di Lizzano e della Compagnia di Manduria avevano notificato ordinanze di custodia in carcere, ai domiciliari ma anche obblighi di dimora e di presentazione alla polizia giudiziaria. Le indagini avviate nel gennaio del 2016 attraverso intercettazioni nei confronti di alcune persone arrestate per spaccio di eroina, cocaina e hashish in un noto bar di Lizzano, avevano consentito di scoprire l’esistenza di un gruppo legato alla Sacra Corona Unita della quale gli indagati avevano proseguito l’azione cambiando metodi, scopi e attività e avvalendosi della forza dell’intimidazione.