La doccia gelata è arrivata direttamente da Bruxelles. Dalla commissaria europea per la coesione, per la precisione. Elisa Ferreira, economista portoghese, che dall’1 dicembre è commissaria europea per la coesione e le riforme, è stata chiarissima: i soldi per risanare l’Ilva l’Italia deve cercarseli da sé. Gli aiuti europei per la transizione, i fondi per il cosiddetto Green New Deal, non possono avere come indirizzo finale lo stabilimento siderurgico sulla via Appia.
Del fondo di 7,5 miliardi che l’Europa metterebbe a disposizione per la riconversione produttiva verso modelli più sostenibili, in Italia arriverebbe ben poco: appena 364 milioni. Poco più che una mancia.
Una cifra che ha fatto scattare un vivace contraddittorio tra l’eurodeputato pugliese Raffaele Fitto e la stessa Elisa Ferreira nel corso della prima audizione in Commissione Sviluppo del Parlamento Europeo.
L’ex presidente della Regione aveva sottolineato come quella cifra fosse poca cosa rispetto alla presenza, a Taranto, dell’imponente polo siderurgico. Argomenti che non hanno per niente commosso Elisa Ferreira, la cui replica è stata piuttosto ruvida nei confronti dell’Italia. Ferreira ha fatto presente che nel ripartire i fondi bisogna considerare il criterio di “prosperità relativa”. Vale a dire: l’Italia è tra i primi sette paesi più ricchi e quindi, a rigore, non sarebbe dovuta proprio entrare nel recinto di disponibilità del fondo per la transizione equa.
Oltretutto, ha sottolineato ancora la commissaria, il pil pro capite dell’Italia è più alto di quello di altri paesi europei che, pertanto, avranno la precedenza. Elisa Ferreira ha messo a confronto, ad esempio, le differenze tra Italia e Polonia. Non solo: quel fondo non deve finanziare solo le aree ad alta presenza di industrie a carbone, ma serve anche a colmare il gap di chi si serve di tecnologie e impianti comunque superati.
È giusto, ha detto la commissaria, che anche l’Italia acceda al fondo per sostenere le sue aree più povere, ma proprio per la sua condizione generale di paese tra i più ricchi d’Europa, deve soprattutto «far fronte da sola ai suoi problemi».
Parole nette, inequivocabili, che smontano ogni illusione sorta dopo i primi commenti entusiastici sulla possibilità di accedere a quel fondo per risolvere la questione Ilva. Insomma, il green new deal può attendere. Alemo per quel che riguarda il fondo per la transizione.
Enzo Ferrari
Direttore responsabile
Veramente non ne abbiamo più di illusioni ,siamo schiavi di un sistema insopportabile,diventiamo sempre più poveri ,accogliamo ,siamo ultimi tra le province d’Italia ,siamo stanchi di svendere il nostro territorio ,la fiera dell’aerospazio,sembra assurdo non abbiamo treni ,aerei per fuggire da questo scempio ,viviamo al buio ,tra strade distrutte ,ogni anno inventano il 5g poi faranno il 6g e le nostre città sono piene di buche e di tracce ,ed io non ho acqua ,fogna e luce dalle mie parti. Questo paese sembra si sia rammollito ,come faremo ad uscire fuori dal tunnel dell’orrore!!