Torneranno alla originaria bellezza le tele di Domenico Carella (1721 – 1813), di proprietà del Comune, che decoravano i soffitti dei palazzi Fornari e De Bellis, in Città vecchia, e che successivamente saranno esposte nella pinacoteca comunale. Quest’ultima sarà allestita in un’ala del Palazzo degli Uffici, attualmente oggetto di ristrutturazione. Tanto è stato annunciato venerdì mattina dal sindaco Rinaldo Melucci in una conferenza stampa svoltasi nella Sala Spagnola del Castello Aragonese, dov’è funzionante il laboratorio di restauro.

Negli anni Ottanta, per i lavori di consolidamento degli immobili storici loro sede, i dipinti furono schiodati e inviati a Roma per il restauro, tornando a Taranto nel 2015. Tenuto conto della loro importanza sotto il profilo storico artistico, l’attuale amministrazione comunale ha ritenuto doveroso l’intervento di recupero e di valorizzazione. È stata perciò opportuna un’attenta conoscenza dello stato di conservazione delle opere, elaborando inoltre un progetto di restauro, corredato da un quadro economico per individuare le fonti di finanziamento. Consapevole della necessità del coinvolgimento di più soggetti istituzionali, l’amministrazione comunale il 16 settembre scorso ha sottoscritto un protocollo d’intesa con Soprintendenza, Politecnico di Bari e Comando Marina Militare. Messa a punto con la collaborazione dell’assessore Augusto Ressa, l’iniziativa vede ora i primi esiti, a seguito degli interventi eseguiti dal personale tecnico della Soprintendenza. I lavori si svolgono nel laboratorio organizzato nella Sala Spagnola del Castello Aragonese, messa a disposizione dall’ammiraglio Salvatore Vitiello, e allestito con il contributo degli Amici dei Musei di Taranto e dell’Ance. I restauratori della Soprintendenza hanno ricostruito digitalmente la composizione delle tele, sulla scorta della documentazione fotografica disponibile, e hanno testato le possibili tecniche di rimozione delle velinature applicate sui dipinti al momento del trasporto da Roma a Taranto.
Oggetto di studio è tuttora la grande tela (oltre 10 metri di lunghezza) di Palazzo Fornari raffigurante il Giudizio di Paride, parte centrale della volta del salone principale.
La Soprintendente Maria Piccareta ha così illustrato le fasi dell’intervento: «Queste opere hanno un incredibile valore ma non sono molto conosciute, come d’altronde tutto il patrimonio artistico della nostra città. Dopo il restauro realizzato a Roma, le tele sono state arrotolate e accatastate una sull’altra per una trentina d’anni, per fortuna senza danni. Adesso assieme all’Università stiamo realizzando attraverso fotogrammetria una ricostruzione dei dipinti, in modo tale da capire come collazionarli e restaurarli. Successivamente, con il Comune, decideremo l’opportuna valorizzazione».
La prof.ssa Domenica Costantino, del Politecnico, ha specificato che l’intervento in corso è finalizzato a verificare l’individuazione e quindi l’attuazione di tecniche non invasive atte a riconoscere eventuali degradi delle opere per poi procedere ad opportuno risanamento.

Il sindaco Rinaldo Melucci ha dichiarato: «Constato che si va sempre più scoprendo Taranto nelle sue attrattive, superando abbondantemente ogni questione negativa che a volte la rendono protagonista a livello nazionale. Nel nostro sforzo di valorizzazione e promozione del territorio siamo molto agevolati dal fatto che la Marina Militare, la Soprintendenza e tutte le altre istituzioni, in grande sintonia e con tanta buona volontà, stanno concorrendo alla grande trasformazione della città. Per tutto questo, non possiamo non candidare Taranto a capitale della cultura». Ha aggiunto l’ammiraglio Salvatore Vitiello: «Sempre molto vicini alla città, abbiamo ben accolto l’invito dell’assessore Ressa mettendo a disposizione la Sala Spagnola per il laboratorio. Anche la Marina Militare, d’altronde, è coinvolta in un’importante opera di restauro riguardante il “maschio” nella piazza d’armi, altra importante tappa per riportare il castello al suo splendore».