Che cos’è un club service? Essenzialmente, una associazione di volontariato, con finalità principale (ma non esclusiva) di solidarietà sociale. Il cosiddetto “service” è la vecchia, cara, sempre valida beneficenza, con l’ambizione di un qualcosa in più: una scala più ampia, magari, o una progettualità di più lunga durata. Ma sempre di solidarietà sociale si tratta.
A Taranto i club service sono molti: ventitre di essi (afferenti a 14 organizzazioni nazionali o internazionali) hanno istituito nell’anno sociale 2013/14 un comitato di coordinamento per stimolare la conoscenza e collaborazione reciproca e per realizzare insieme iniziative per Taranto.
Nella maggiorparte dei casi, i club service (a partire dal Rotary, cronologicamente il primo ad apparire sulla scena, nel 1905) sono nati negli Stati Uniti, ed oggi hanno assunto tutti carattere internazionale, puntando non solo a progetti di solidarietà su scala planetaria ma anche a favorire la pacifica convivenza fra i popoli, la comprensione e cooperazione internazionale, i principi di libertà, democrazia, buon governo. Alcuni sono club femminili: lo Zonta (1919), il Soroptimist (1921), la Bpw, Business and professional women, la cui “sezione” italiana si chiama Fidapa, ormai molto simile ad un club service femminile ma che nasce nel 1919 negli Usa – e si internazionalizza nel 1930 – con un taglio squisitamente “sindacale” per favorire il progresso sociale e professionale delle donne. C’è un motivo “storico”: i principali club service, Rotary (1905), Kiwanis (1915) e Lions (1917), come i club dell’aristocrazia britannica, sono rigidamente ed esclusivamente maschili. E le donne, negli anni Dieci e Venti del XX secolo, non hanno diritto di voto, oltre ad avere una campo di attività professionali molto ristretto, con grandi difficoltà di accesso anche nel campo delle professioni alle quali possono teoricamente accedere.
La chiusura alle donne è caduta tardi, molto tardi: a livello formale, il Lions ha aperto alle donne nel 1987, seguito nello stesso anno dal Kiwanis; il Rotary nel 1989 (ma c’è voluta una sentenza della Corte suprema degli Stati Uniti, a chiusura di un contenzioso avviato nel 1978 dal Rotary club di Duarte, in California, radiato dal Rotary International per aver ammesso fra i suoi soci una donna). Ma ormai i club femminili avevano una propria identità, una storia, strutture, e femminili sono rimasti, anche se ogni tanto anche al loro interno si sussurra di possibili aperture agli uomini… il più giovane dei club femminili, presente in vari Paesi europei, asiatici, africani, è Donne senza frontiere. Scomparsi, o ridimensionati, invece, i club femminili espressione del mondo rotariano (Inner Wheel, inizialmente riservati alle mogli di rotariani; in Italia, dove il primo fu fondato nel 1974, sono circa 200) o lionistico (Lioness, ammettevano anche donne non imparentate coi Lions; dopo l’apertura alle donne si sono generalmente trasformati in Lions club).
Sono associazioni internazionali, dicevamo, che svolgono una azione cosiddetta glocal: globale e locale, insieme, per soddisfare bisogni ed esigenze tanto planetarie (le campagne dei Lions per la vita e del Rotary per eradicare la poliomielite, per esempio) quanto territoriali, di vicinato (anche perché, ormai, il Terzo Mondo ce l’abbiamo in casa anche noi e la povertà ed il disagio sono in crescita costante anche nel “ricco” Occidente).
Molto importanti (hanno oltretutto giocato un ruolo non indifferente nell’apertura alle donne dei loro club sponsor di adulti, visto che molto presto si sono caratterizzati come club misti) sono le tre organizzazioni giovanili: l’Interact ed il Rotaract del mondo rotariano, il Leo del mondo Lions. Proprio perché molto importanti, riserveremo loro uno specifico articolo.
Poi ci sono club service, o assimilabili a club service, in un certo senso unidirezionali: il Panathlon, per esempio, che promuove lo sport, i valori sportivi, la conoscenza dello sport; il Propeller, dedicato alla portualità ed in generale al mare ed ai traffici via mare; il Serra club, unico club service di matrice confessionale, che incoraggia e sostiene la vocazione al servizio e le vocazioni sacerdotali e di vita consacrata nell’ambito del cattolicesimo; i club per l’Unesco, che propagandano e sostengono (in piena autonomia) gli ideali dell’Unesco. Ed ancora, particolari forme di club come l’Ammi, Associazione delle mogli dei medici italiani (che accoglie oggi anche donne medico) o il Club 3 Emme (mogli degli ufficiali della Marina Militare), che svolgono comunque anche attività di solidarietà sociale.