Che strana sensazione prova il celebrante appena prima di recarsi all’altare. Non ode né canti né il brusio dei fedeli e neppure le risatine dei bambini del catechismo. Lo accoglie invece il profondo silenzio, mentre il suo sguardo si perde tra le file dei banchi desolatamente vuoti. Per qualche secondo la mente va ai volti delle persone che abitualmente occupano quei posti.
Poi, inizia il rito: “Nel nome del Padre, del Figlio…”. I fedeli partecipano ugualmente, sia pure dallo schermo del computer nelle loro case, in collegamento via internet. Ma non è lo stesso.
Don Andrea Mortato, amministratore parrocchiale al santuario del Santissimo Crocifisso, celebra ogni sera in diretta streaming alle ore 17.30, (il sabato e la domenica alle ore 11.15), mezzora prima c’è il santo rosario e venerdì la Via Crucis. In media registra una sessantina di collegamenti durante la settimana e un centinaio nei giorni festivi. Anche lui concorda sulla tristezza per la mancanza dei fedeli in chiesa, anche se gli attuali mezzi telematici permettono di partecipare da casa.
“Con piacere prendo atto del moltiplicarsi delle sante messe trasmesse via internet e di quelle televisive attraverso le emittenti cattoliche come Tv2000 e Telepadrepio – dice – Ritengo però che sia un bene che i fedeli continuino a mantenere un legame, anche a distanza, con la propria parrocchia, consentendo loro di rivedere luoghi e immagini abituali: nel nostro caso, l’amatissimo Crocifisso miracoloso”.
“Tanti i consensi giuntimi tramite whatsapp per questi collegamenti – continua don Andrea – Ancor di più è accaduto l’altro giorno, 17 marzo, quando ho chiesto ai miei parrocchiani di recitare tutti insieme i diretta, alle ore 11.30, un’Ave Maria per questa terribile situazione. Una mamma, subito dopo la trasmissione, così mi ha scritto: “Noi stiamo a Taranto 2 ma durante la preghiera siamo usciti lo stesso e i miei bambini hanno fatto volare due palloncini: così gli angioletti vi giocano e la Madonnina ha ricevuto l’Ave Maria”,
“Mi conforta la presenza ai collegamenti dei piccoli del catechismo: mi mancano – conclude – Sto pensando di avviare, attraverso questo canale di comunicazione, delle iniziative appositamente per loro”.
Don Luigi Larizza (Sacro Cuore) “So che i miei parrocchiani non mi hanno lasciato solo e che sono nelle loro case a partecipare via facebook alle nostre messa – dice don Luigi Larizza, parroco al Sacro Cuore – Ma provo ugualmente tristezza nel vedere i banchi vuoti, quando celebro la domenica mattina, alle ore 9.30, in diretta streaming. In media si registrano 275 collegamenti, con 2322 visualizzazioni, riferiti cioè alle persone che vi assistono in differita nell’arco della giornata. I dati sono senz’altro buoni, ma quel vuoto fra i banchi si avverte, eccome!”.
Don Luigi premette che è necessario obbedire alle leggi, soprattutto a queste per il bene comune.
“Però ritengo che sia stato un errore abolire la partecipazione alle messe domenicali – sostiene – Anzi, si dovevano incrementare per permettere a quanti più fedeli di assistervi, mantenendo la dovuta distanza interpersonale di un metro. Molti sono addolorati per non poter essere presenti alle celebrazioni liturgiche della Settimana Santa e in particolare a quella della Domenica di Pasqua”.
Don Nino Borsci (San Francesco De Geronimo). Pur attraverso la trasmissione via facebook, don Nino Borsci, parroco in San Francesco De Geronimo, ha mantenuto pressoché il calendario degli incontri e delle celebrazioni settimanali. Il lunedì dalle ore 20 alle 21 c’è l’adorazione eucaristica con “L’ora di Gesù”, la catechesi il giovedì dalle ore 18 alle 19; il venerdì la Via Crucis alle ore 19.30. La santa messa si svolge ogni sera alle ore 19 mentre la domenica alle ore 10 (per i bambini) e alle ore 19 (per gli adulti). Il tutto, con il prezioso apporto tecnico del suo vicario, don Marcello Lacarbonara. “I dati delle visualizzazioni sono soddisfacenti ma certamente non è la stessa cosa di quando in chiesa c’era il popolo di Dio – dice – Venerdì sera ho avvertito particolarmente quest’assenza durante la Via Crucis, essendo abituato alla chiesa gremita. Pazienza, in questo modo viviamo questa Quaresima particolarmente uniti alla sofferenza Cristo. Speriamo solo di vivere al più presto la “nostra” Pasqua quando, cessato il flagello del Coronavirus, potremo riabbracciarci con gioia”.