Il ministro Lucia Azzolina è stato chiarissimo: «A settembre la scuola riparte». Lo ha ribadito nella mattinata di martedì 28 luglio in una informativa urgente alla Camera.
Concetto ribadito dal ministro per la salute Roberto Speranza, che ai microfoni di Radio Anch’io ha però precisato che il parere del Comitato Tecnico Scientifico arriverà soltanto a fine agosto.
«A fine agosto – ha detto Speranza – si riunirà il nostro Comitato tecnico scientifico per una valutazione finale ma la nostra priorità è riaprire tutte le scuole, di ogni ordine e grado».
Una ripartenza per affrontare la quale, come ha detto Azzolina alla Camera, il governo ha previsto fondi per 2,9 miliardi di euro. Le linee guida sono pronte e le scuole si stanno adeguando alle nuove modalità che dovranno garantire la convivenza tra didattica e tutela della salute.
A Taranto tra le prime scuole a deliberare le modalità del nuovo corso c’è il Liceo Aristosseno. «Con il collegio dei docenti e il consiglio d’istituto e col passaggio dalle rappresentanze sindacali – spiega a TarantoBuonasera il dirigente scolastico Salvatore Marzo – abbiamo stabilito come affrontare la riapertura del nuovo anno scolastico, che in Puglia riprenderà il 24 settembre».
Le novità sono parecchie. A cominciare dagli ingressi all’edificio che saranno cinque e non più i tre utilizzati fino allo scorso anno. Più ingressi per agevolare i flussi e gestire al meglio il distanziamento. Non ci sarà più un unico suono della campanella.
«L’entrata – spiega il professor Marzo – sarà a scaglioni: un primo gruppo alle 8.00, un secondo alle 8.15 e infine il terzo gruppo di studenti alle 8.30».
La novità più sostanziale sarà costituita dalle modalità in cui si terranno le lezioni. Metà classe sarà fisicamente presente in aula, l’altra metà a casa a seguire la lezione a distanza; il giorno dopo ci si alterna: chi è stato a casa sarà in aula e viceversa.
Questo significa che ogni giorno sarà presente a scuola la metà dei circa 1500 studenti dell’istituto. Ciò comporta anche una diversa e più sofisticata dotazione tecnologica. «Ogni classe – è sempre il dirigente scolastico a parlare – sarà dotata di un monitor da 65 pollici, microfono e webcam che inquadrerà soltanto il docente. Ogni alunno invece avrà a disposizione una tavoletta grafica da 19 pollici. Abbiamo anche elaborato un regolamento per le videoconferenze».
Le nuove modalità richiedono investimenti ingenti. Tutto sarà finaziato con fondi Miur e Fesr girati dalla Provincia.
Si farà in tempo ad allestire la “nuova” scuola entro il 24 settembre? «Ci sono da espletare la gare per l’aggiudicazione delle forniture – spiega il dirigente. Lavoreremo senza sosta in queste settimane di agosto pur di farcela».
Se non si dovesse fare in tempo, è presumibile che le lezioni riprenderanno con le stesse modalità a distanza con cui sono proseguite nel periodo della quarantena.
La scuola ai tempi del Covid sarà così. Almeno fino a quando del terribile virus non resterà soltanto il ricordo.
Non sarebbe una buona idea di includere nel curriculum della scuola, quando si inizia ad utilizzare il computer, l’insegnamento della dattilografia, cioè
Come battere a 10 dita. Questo si fa da decenni in tutte le scuole nord americane. Saper scrivere a 10 dita aumenta la produttivita a qualsiasi eta