E’ di nuovo bufera su Teleperformance. Una lunga serie di licenziamenti e una pioggia di lettere di contestazione, consegnate ai lavoratori per i motivi più diversi, sono alla base delle nuove agitazioni in atto al call center di Taranto.
La Slc Cgil “chiede a lavoratrici e lavoratori di rispondere al costante stato di attacco a cui sono sottoposti” e proclama lo sciopero per giovedì, venerdì e sabato, un’ora di sospensione del lavoro alla chiusura di ogni turno lavorativo.
Sul piede di guerra anche i rappresentanti dell’Usb (Unione Sindacale di base), secondo i quali i dipendenti dell’azienda francese devono reagire immediatamente, avviando tutte le azioni di lotta utili a contrastare questo fenomeno.
Gli esponenti sindacali ironizzano sui cartelloni pubblicitari che Teleperformance ha disseminato per la città: l’invito rivolto a chi legge non dovrebbe essere “Vieni a lavorare con noi!”, ma “Fatti licenziare da noi!”.
Ma che cosa è successo negli ultimi mesi?
Stando a quanto riportato dai sindacati, la Direzione Aziendale del call center avrebbe intrapreso una vera e propria caccia alle streghe, con continui licenziamenti e contestazioni dispiplinari pretestuose. Le motivazioni di questi provvedimenti – si legge nel comunicato Usb – hanno dell’assurdo: si va da pseudo-clienti che lamentano servizi non ottimali a lavoratori che fuori dalle fasce di controllo della malattia, escono da casa; si fa riferimento anche al mancato rispetto di regolamenti interni di cui non v’è traccia scritta e a presunte violazioni della privacy del cliente, con telefonate “civetta”.
I licenziamenti sarebbero aumentati soprattutto negli ultimi due anni, e avrebbero raggiunto una cifra che non ha eguali in altre aziende italiane. La Slc Cgil stigmatizza le modalità con le quali è avvenuto lo scorso sabato, l’ultimo licenziamento. “Noi riteniamo che Teleperformance, oltre a pretendere diligenza dagli operatori, dovrebbe impegnarsi a creare un clima positivo nelle sale, formare i supervisori a rispondere alle richieste operative di chi è in cuffia, e creare una gestione del personale corretta e non più improvvisata”. La segreteria Slc Cgil di Taranto invita l’azienda a riflettere sul fatto che il lavoro del call center prosegue grazie ai dipendenti, impegnati, ognuno, nelle proprie funzioni.
Il clima che si respira nelle sale del call center è dunque piuttosto teso, “manca soltanto un regolamento che indichi ai dipendenti con quale frequenza bisogna respirare”.